Tognazzi: “In tutto c’è l’anima di mio padre. Darò vita al suo sogno”

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Con Giammarco Tognazzi ci incontriamo appena terminata la recita di “Guardiana” lo spettacolo teatrale nato dall’omonimo poema di Francesca Merloni, che recita nella pièce, e prodotto da Lorenzo Zichichi.

tognazzi copiaUno spettacolo emozionante dove il dialogo tra una donna e un uomo è completato dall’estatica musica di Remo Anzovino.

Giammarco come mai “Guardiana”?

Per me questo spettacolo è l’occasione di avventurarmi in qualcosa d’inconsueto sotto il profilo del linguaggio.

Sono coordinatore e regista di qualcosa di unico, dove vengo, ogni giorno, stimolato prima di tutto come persona.

È un campo nuovo quello della poesia per me e il testo di Francesca Merloni, che peraltro ho scoperto essere una straordinaria interprete, ha avuto la capacità di mettermi in discussione sin da subito.

Parole e musica vanno all’unisono per costruire un’emozione che comprendo, dalla reazione del pubblico, essere presente in ogni spettacolo.

Un testo femminile “Guardiana”?

Certamente sì anche se sono rimasto molto affascinato dalla capacità di Francesca di adattare un testo femminile a un uomo.

Che donna è “Guardiana”?

imagesGuardiana è una donna molto esigente, contemporanea con grandi fragilità ma con una forza straordinaria.

Recitare in questo spettacolo significa mettermi alla prova ancora una volta e valorizza la mia idea di artista che è quella di lavorare sempre su ciò che non conosci, sulle differenze.

Quanto c’è di tuo padre in questo spettacolo?

In tutto c’è mio padre; noi Tognazzi abbiamo assimilato tutti da Ugo, dal suo modo di vivere, dall’amore per la terra, dalla sua visione della vita, apparentemente leggera in realtà profonda.

Sono i codici della nostra famiglia presenti in ognuno di noi.

Anche se dal punto di vista professionale il mio riferimento è sempre stato mio fratello Ricky.

Anche nella “Tognazza” c’è tuo padre naturalmente?

La Tognazza è nata con mio padre come un divertimento personale io l’ho trasformata in un’azienda oltre ad essere uno strumento per ricordare un uomo e un artista anche per il suo modo di vivere.

Mio padre quarant’anni fa aveva inventato il chilometro zero facendo mangiare solo ciò che produceva il suo orto; era un visionario nell’esprimere la sua idea di vita.

 LEGGI ANCHE: Tognazzi: “darò vita al sogno di mio padre”

Quale è il tuo episodio “OFF”?

C’è Giammarco Tognazzi prima del 1990, il mio momento OFF, e uno dopo.

Prima facevo ciò che mi capitava senza pormi il problema, incluso il festival di Sanremo.Volevo apparire. 

Poi Grazia Beatrice Bracco mi ha fatto capire ciò che potevo diventare. Prima mio padre mi osservava con attenzione sospetta, dopo il 1990 capii che era fiero di me.