Erano gli anni 60’ quando in seguito al flop de il Gattopardo di Visconti la Titanus stava per fallire. Arrivarono così i Musicarelli che con la loro attraente positività risollevarono le sorti della storica casa di produzione.
È proprio a questi film che Steve Della Casa ha voluto dedicare il documentario-rivelazione del Torino Film Festival Nessuno ci può giudicare, diretto insieme a Chiara Ronchini. Il risultato è un delicato omaggio a quegli anni rappresentati da urlatori come Celentano, Mina e Dallara, e da cantanti melodici come Rita Pavone, Gianni Morandi e Caterina Caselli.
Attraverso interviste inedite e materiale di repertorio dell’Istituto Luce, si racconta così il cambiamento epocale di un’Italia in pieno boom economico. Sono gli anni in cui si passa dai 78 ai 45 giri e i giovani, travolti dal Rock d’oltreoceano e dalla rivoluzione dei Beatles e dei Rolling Stone, sono finalmente in grado di scegliere i propri gusti musicali.
Il film (nelle sale fino a fine luglio), presentato con successo anche all’ultimo Ortigia Film Festival racconta con estrema poesia e note malinconiche, ma allo stesso tempo con ritmo fresco, veloce e vivace –in perfetta sintonia con l’argomento-, un fenomeno che abbraccia la Pop art anni 60’.
Della Casa dipinge in 83 minuti una nazione in crescita, piena di energia e positività, caratteristiche che colorano di spensieratezza musica e atmosfere. Il regista, analizza inoltre, con una narrazione puntuale e precisa, la complessità di questi film, semplici e di poche pretese, che seppero però essere specchio di un’Italia che passa da Paese agricolo a potenza industriale, e di una generazione che inventa un nuovo modo di divertirsi. E via, alla scoperta dell’inebriante profumo di ribellione!