Sebastian Di Bin, nato ad Udine classe ’81, debutta ufficialmente a 11 anni con l’orchestra Slovenicum di Lubjana in un concerto nella Sala del Parlamento del Castello di Udine e da lì inizia una carriera folgorante: il Golden Price 1° Premio in California, il 4° Premio in Sudafrica, il 1° Premio ad Ischia, 3° Premio all’International Competition Sergei Rachmaninov, 2° Premio in Germania, 1° premio “Nuova Coppa Pianista d’Italia” e tantissimi altri.
Nel 2003 riceve la Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica Italiana e la Targa d’Argento del Senato; Di Bin è stato persino nominato Ambasciatore dell’UNICEF per meriti artistici ed ha rappresentato l’Italia assieme a Luciano Pavarotti al Galà Mondiale dell’UNICEF “Danny Kay” ad Amsterdam. Un italiano di cui andar fieri e che contribuisce a difendere l’italianità nel mondo.
Un ciclone d’eccellenza artistica per il giovane friulano che, pur vivendo della piccola cittadina di Mereto di Tomba (UD), si esibisce in prestigiosi teatri quali il Malibran, La Fenice di Venezia, il Verdi di Milano, l’Alighieri di Ravenna, il Giovanni da Udine, il Verdi di Trieste, il Museo Castromediano di Lecce, l’Auditorium Massimo di Roma, oltre che nei più prestigiosi teatri olandesi, svizzeri, francesi, sloveni, belgi, tedeschi, austriaci, spagnoli, statunitensi e persino sudafricani.
Di Bin ha inciso l’intero ciclo dei 12 studi trascendentali di Liszt; e dopo che il suo CD è stato pubblicato dalla prestigiosa etichetta americana della Louisiana Centaur Records, con orgoglio afferma che “a breve saranno pubblicati due miei nuovi dischi di musica classica pianistica: uno sulla musica russa ed uno su tutti i 24 studi di Chopin, per la prestigiosa etichetta americana Centaur Records”.
In luglio 2016, le “Edizioni Wicky Music” di Milano hanno pubblicato il libro di 15 sue composizioni musicali con relativo CD da lui interpretate, intitolato “Sogni di suoni”.
–“ Ovviamente riuscire ad avere una carriera concertistica vera e propria in Italia oggi è molto difficile”- continua Di Bin –“ma spero di emergere in Italia ed all’estero sia come pianista di musica classica, ma anche e soprattutto come compositore….magari di colonne sonore”-.
Tuttavia, Sebastian nutre un “amore segreto” quasi da nascondere agli “addetti ai lavori”, ai dottoroni della musica classica: Di Bin ama la musica leggera.
Un amore pericoloso per la sua carriera da pianista concertista: una confessione veramente OFF.
Come fa infatti un pianista concertista, con un palmarés di tale caratura, ad amare ed a rendere pubblico l’amore per le canzonette?
–“Oltre a fare il pianista concertista, scrivo canzoni di musica leggera. Per me, le canzonette (come vengono volgarmente definite) non rappresentano uno stile secondario od una musica di Serie B: c’è tutto un lavoro dietro, tra arrangiamenti, testo, melodia e modulazioni armoniche che è assolutamente sbagliato considerare “di serie B”. C’è una ricerca profonda della parola che deve andare ad amalgamarsi con il suono e con il ritmo. – continua Di Bin – Scrivere un testo “non scontato” è ormai un arduo lavoro; colpire il pubblico con poche parole è ormai un lavoro difficile e proprio per questa difficoltà, la musica leggera non deve esser svilita, ma anzi apprezzata. Scrivendo canzoni, il mio modo di interpretare i brani al pianoforte si è molto arricchito: nella mia mente è come se fossi in grado di “cantare” quei pezzi di musica classica”.
Tuttavia, quest’amore profano non distoglie il giovane pianista talentuoso dal suo impegno con la musica classica e promette: –“Non abbandonerò mai il pianoforte e la musica classica: vorrebbe dire abbandonare venticinque anni di passione e sacrifici; anche se dovessi aver fortuna con le mie canzoni di musica leggera, non abbandonerai mai il mio amato pianoforte”-.