“E gli Stones incitarono a bruciare il palasport”

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IMG_3301Milioni di dischi venduti nel mondo, diciotto presenze al Festival di Sanremo e numerosi concerti, dalla Russia all’Australia. Al Bano Carrisi, in arte Al Bano è ormai parte della storia della musica italiana. Partito giovanissimo da Cellino San Marco, emigra a Milano con l’obiettivo di realizzare il suo più grande sogno, e qui, tra mille difficoltà, trova la sua occasione nel Clan Celentano. Poi, arriva il grande successo con il brano Nel Sole che, oltre a portarlo al top delle hit parade per ben 19 settimane, gli vale un film e l’incontro della vita, quello con la moglie – da tempo ex- Romina Power. Da lì numerosi successi e persino una causa con il re del pop Michael Jackson, colpevole di plagio del brano I cigni di Balaka, divenuto poi Will you be there (incluso nel fortunato album Dangerous). Tenace come la sua terra, ed eternamente genuino come l’ottimo vino che produce nella sua tenuta, il leone di Cellino, dopo i recenti problemi di salute, è ora tornato a ruggire più forte che mai, e con la verve che lo contraddistingue da sempre si racconta a noi di OFF.

Tanto tempo fa, la felicità, per lei era “un bicchiere di vino con un panino“. Ora cosa è?
Per esempio “Due bicchieri di vino con due panini” danno ancora felicità, qualche ottimo libro da assaporare nei momenti giusti e tanta serenità per essere davvero felici.

Ci racconta un episodio OFF degli inizi della sua carriera?
Milano, una serata al luna park nel luglio del 67’ volevo passare in incognita ma nonostante i baffi posticci e un cappello mi “sgamarono” e mi arresi definitivamente alla legge della strepitosa e incredibile popolarità raggiunta in breve periodo.

Nel 1967 ha anche fatto un tour con i Rolling Stones. Che ricordo ha di loro?
E’ stata davvero una bella esperienza cantare prima della loro esibizione nel tour italiano. Credo di essere riuscito a riscaldare il pubblico. Loro erano, e sono rimasti, eccezionali: grandi artisti. Non dimenticherò mai quando a Milano incitarono i giovani a bruciare il palasport. E ci riuscirono purtroppo.

Agli esordi c’è un personaggio famoso che non ha creduto in lei, nel suo talento, per poi, magari, cambiare idea anni dopo?
Un po’ tutti hanno sempre creduto nella mia voce e per fortuna non hanno cambiato idea. Anche se qualcuno aveva sentenziato una durata artistica minima legata a un disco di favoloso successo ma non farò mai il suo importante nome.

Ha mai litigato con un collega?
No, non mi è mai capitato di litigare: magari non sarò giustamente simpatico a tutti, ma credo di avere un buon rapporto con i miei colleghi.

La canzone che ha portato all’ultimo Sanremo si intitola Di rose e di Spine. Quali sono attualmente le rose e le spine nella sua vita?
Le spine inevitabili sono i due interventi ospedalieri, prima il cuore poi il cervello…grazie a Dio superati. Le rose l’affetto delle persone che mi circondano e l’ondata di preghiere che mi hanno dedicato da più parti del mondo e soprattutto la vicinanza della mia allargata famiglia.

E per gli italiani?
Bisognerebbe chiedere ad un ognuno di loro. Credo la mancanza di lavoro sia una spina che fa molto male. Le rose, invece, quell’Italia che vive di storia, di cultura, di creatività e di sapiente e paziente attesa di momenti che faranno cambiare la nostra patria in meglio.

Lei tempo fa ha affermato che andrebbe a cantare per Trump. Perché?
Non c’è un motivo particolare ma ci andrei, come sono andato a cantare per altri capi di Stato, qualche volta suscitando critiche dagli oppositori. Io mi limito a fare il mio mestiere e se qualcuno ha il piacere di ascoltarmi, qualunque sia il suo nome e qualunque sia la sua carica, io ci sono…e ci sarò. Ho cantato nelle chiese, nei palasport, nelle carceri, perché dovrei astenermi per Trump?

Condivide qualcosa del suo programma politico?
Bisogna essere americani per capire Trump…Io non sono ferrato sull’argomento, ma penso che occorra del tempo prima di giudicare.

E, invece, per chi non canterebbe mai?
Per chi non ama l’umanità, per chi sfrutta la gente, per chi abusa dei bambini.

Lei ha scritto cinque libri. Uno di loro È la mia vita parla delle difficoltà che ha incontrato negli anni 70′ a lavorare per non essere allineato politicamente da una certa parte. E’ ancora così?
In effetti i problemi in quegli anni ci sono stati. La critica prediligeva un certo tipo di musica e io sono stato costretto ad “emigrare” ottenendo per fortuna grandi successi all’estero. Ora le cose sono cambiate: la musica per adesso mi sembra molto meno politicizzata.

Lei e Romina Power per anni avete rappresentato la famiglia perfetta. Cosa pensa delle famiglie arcobaleno e dei figli alle coppie dello stesso sesso?
Io credo nella famiglia, ma anche nella libertà dell’individuo e delle coppie.

Cos’è il pregiudizio?
Pregiudizio è giudicare gli altri senza capire le loro ragioni. Pregiudizio è “prima di un giudizio” è istinto animale e va sicuramente controllato.

Qual è il suo rapporto con Dio?
La fede mi ha sempre aiutato e sostenuto nei momenti bui della mia vita. Quindi, credo di avere un buon rapporto con il Grande Assoluto Capo.


Ci racconta qualcosa che nessuno sa di Al Bano? Che 
Lo scrivono alcuni giornali quello che anche Al Bano non sa di Al Bano… Scherzi a parte, credo di non nascondere nulla di Al Bano e di essere sempre la stessa persona, sul palcoscenico come nella vita, senza bisogno di nessun tipo di maschera.

Tre cose che ama del suo sud Italia, tre cose che non sopporta.
Tre cose che amo: cultura, architettura, arte culinaria e…la quarta il clima. Tre cose che non sopporto: non voglio farmi dei nemici ma sono più di tre le cose insopportabili del sud… Ma ce la faremo ad abbatterle.

Pensa che l’Italia sarà mai unita, nord e sud, al di là della tavola?
L’Italia è unita, o quasi, per fortuna. E penso che nessuno mai riuscirà a dividerla… Spero…