Parma 360, il Festival della Creatività contemporanea

IMG_0206Al via la seconda edizione di Parma 360. Festival della creatività contemporanea, inaugurato lo scorso 1 aprile e che si estenderà fino al 14 maggio prossimo: Parma 360 è un progetto promosso dal Comune di Parma, la cui direzione artistica è affidata alle sapienti redini di Chiara Canali e Camilla Mineo, e vede coinvolte le associazioni 360 Creatività Events, Art Company e Kontainer in un ricco puzzle di esposizioni ed eventi che spaziano dalla fotografia alla pittura, dall’illustrazione alla grafica fino alla musica, dislocati in numerose location private o istituzionali della città.

Il tour ha inizio con la mostra-omaggio a Nino Migliori curata da Lucia Miodini, De rerum natura, intitolata come l’omonima opera di Lucrezio, e che parte proprio da un progetto del 1974 del celebre fotografo bolognese, Herbarium, le cui opere, eleganti still life dove fragili e flebili foglie si stagliano o fluttuano nello spazio di un bianco o di un nero cosmico, dialogano indisturbate assieme a quelle del ciclo di Natura Morta (1977) e de Il tempo rallentato (2009), nelle quali la natura è rispettivamente intrappolata ora in confezioni di plastica da supermercato che si affastellano dappertutto, ora in silenziosi e imperturbabili monoliti di vetro. A proposito dell’opera che lo ha ispirato, Nino Migliori dichiara: “Sono da sempre un ammiratore di Lucrezio, lo considero un anticipatore, e avrò letto il suo De rerum natura almeno venti volte: Lucrezio, Leonardo e Duchamp sono i miei tre miti di riferimento. Il mio lavoro è un tentativo di analisi della vita e della morte nel campo della natura, esattamente come se quest’ultima fosse un essere umano che fotografi da bambino, poi da adulto, da anziano e infine da morto.

Ho fotografato foglie fresche, poi sempre più secche, addirittura facendo una fotografia ogni quindici giorni di una foglia messa fra due vetri, che mutava via via nei suoi cromatismi”. Ma nella preziosa cornice del Palazzetto Eucherio Sanvitale, situato all’interno di Parco Ducale, le opere di Migliori non sono le uniche ad abitare: le magnifiche, lievi ed eteree sculture di Luisa Valentini, rispettivamente dei cicli Ninfe (2015-2016) e Lieve come un soffio (2017) si affiancano alle fotografie essenziali e immacolate di Contemporary nature (2006-2007) ed Herbarium (2017) di Paola Binante, le quali raccontano una natura placida o in evidente trasformazione, chiaro omaggio al maestro bolognese. L’esposizione celebrativa si conclude poi con il Tocco aureo (2017), progetto che vede l’impegno comune di Valentini e Binante e racconta la natura attraverso ossidazioni da matrici scolpite in ferro. Il festival prosegue con la riapertura dell’edicola ottocentesca di Piazza della Steccata, attraverso un allestimento dedicato alle opere dell’astrattista parmigiano Vincenzo Gardoni, recentemente scomparso: la storica struttura dell’edicola riallestita per l’occasione diviene quindi un’opera globale con attitudine site-specific, la casa-studio dell’artista infatti guardava dinanzi la piazza.

Si prosegue poi con una mostra dedicata alle icone, alle dive, alla femminilità in genere, a quelle immagini impattanti proprie del cinema e che abitano i manifesti, Il colore delle stelle. Mitografie del femminile nei manifesti delle collezioni CSAC, a cura di Michele Guerra e Sara Martin, invade il primo piano di Palazzo Pigorini con una selezione di manifesti e bozzetti scelti fra le oltre 9000 opere della collezione: Ingrid Bergman, Rita Hayworth, Anna Magnani, Grace Kelly, Sophia Loren, Lucia Bosè, Liz Taylor e Gina Lollobrigida, la loro languida e ipnotica rappresentazione attraverso l’uso di colori sgargianti accompagna e conduce lo spettatore in un nostalgico viaggio che racconta un’allure cinematografica da riscoprire; il secondo piano del palazzo accoglie invece le vivaci ed ironiche illustrazioni della mostra Lapis: illustratori contemporanei, a cura di Camilla Mineo e realizzata in collaborazione con Caracol Art Gallery di Torino: il talento di Pablo Lobato, Riccardo Guasco, Elisa Talentino e Marco Cazzato si anima ora attraverso i ritratti delle icone del rock, come Patti Smith o Freddie Mercury, ora con le forme dal gusto retrò che si ispirano a Picasso e Depero, oppure ancora con la rappresentazione della figura femminile, stavolta onirica ed eterea, ed infine con atmosfere surreali e sospese che vivono sulle copertine dei Marlene Kuntz e del celebre gruppo guidato dal cantautore Vasco Brondi, Le luci della centrale elettrica. Poco più avanti la Galleria San Ludovico ospita la personale dell’artista parmigiano Giacomo Cossio, realizzata in collaborazione con la galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia e curata da Chiara Canali, Nonpotreiusareilverdesenoncifossemarioschifano, proprio come il suo titolo compresso, narra di un’arte vorace nella quale la pittura si unisce alla scultura e all’attitudine installativa in una miscela ibrida inscindibile: una vivace vegetazione tra il bidimensionale e il tridimensionale è contenuta nei vasi dipinti con pennellate sintetiche, con il colore che si coagula e deborda, protagonista assoluto dell’opera e veicolo espressivo per raccontare la freschezza e l’immediatezza della quotidianità.

Il verde, colore secondario ma predominante nell’opera artistica di Cossio, nasce dalla miscela del blu e del giallo, il tributo all’artista Mario Schifano e ai suoi colori più che mai vivi è dunque doveroso con l’esposizione della sua imponente tela monocroma Senza titolo, del 1978. Si prosegue con le celebrità ritratte nelle fotografie di Luciano Viti, presentate nella cornice della Casa del Suono in un’esposizione curata da Chiara Allegri e Camilla Mineo e prodotta da Fogg – Art Photo Gallery: con Music Faces scopriamo il lato intimamente inedito delle più celebri divinità della musica quali Miles Davis, Eric Clapton, Ray Charles, Frank Zappa, B.B. King e Keith Richards, immortalate in scatti che si focalizzano sull’espressività del volto e dei gesti, ponendo in essere un’interazione strettamente personale con il fotografo: gli scatti appaiono tutt’altro che patinati, ma al contrario straordinariamente spontanei.

La fotografia è ancora protagonista con BDC11: Celebrità, curata e promossa da BDC bonannidelriocatalog e ambientata nella Chiesa di Santa Maria della Pace: la dolce vita romana degli anni ’50 e ’60 è così affiancata alla New York libertina e sfrontata dei ’70-’80 e alla Parma dei giorni nostri, gli scatti dei famosi e blasonati Pierluigi Praturlon, Lino Nanni, Marcello Geppetti, Elio Sorci, Tazio Secchiaroli, e dell’americano Ron Galella senza fatica si accostano a quelli del giovane e talentuoso parmigiano Samuel Alexander Aveceto. A conclusione del festival vi è il progetto della Stazione Creativa di Studio Azzurro (il collettivo artistico fondato da Paolo Rosa, Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi), che si svolge presso lo Spazio Carroponte WoPa, ideale hortus conclusus del progetto ideato e voluto da Rosa, scomparso nel 2013: gli esponenti di Studio Azzurro, unitamente ai loro collaboratori, ad artisti, docenti, studiosi, ricercatori e studenti appartenenti a diverse discipline, danno vita alla condivisione di nuove e sperimentali forme di progettazione artistica, che uniscono il campo della formazione, della ricerca e della produzione creativa in una sorta di villaggio globale concepito come una vera e propria forma di aggregazione sociale che riflette il rapporto tra arte, società e politica.

A corredare il tessuto di Parma 360 anche la presenza sul territorio di due opere installative: Forever, l’ironico e irriverente Pinocchio a firma di Mr. Savethewall (al secolo Pierpaolo Perretta), e le colorate ma riflessive barricate di Paolo Ceribelli, con Barricades; non di minor importanza è il circuito off del festival, che comprende circa trenta spazi creativi tra gallerie e studi professionali ed oltre duecento negozi del centro storico che hanno piacevolmente aderito ad un’iniziativa che si propone di essere virale e corale.