“Sono ribelle e fragile come Lady D”

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download (68)Dopo il grande successo de La sciantosa e di Vacanze romane, Serena Autieri sta portando in tournée, con altrettanto positivo riscontro, lo spettacolo Diana & Lady D, incentrato sulla vita travagliata della sfortunata Principessa di Galles. OFF ha incontrato la poliedrica artista di origini campane nel corso della sua recente tappa al Teatro Sistina di Roma.

Serena, ti stiamo vedendo a teatro, nelle vesti di protagonista, in Diana & Lady D. Come ti sei preparata a questo ruolo?
Mi sono tuffata nelle sue due anime con grande entusiasmo e per riuscire a cogliere e rappresentare davvero l’interiorità di Diana Spencer. Sono stata affiancata da una psicologa che mi ha aiutato ad entrare ancora di più nel profondo, a cercare nella mia fragilità e nel mio dolore, per mettermi ancora di più a contatto con la parte fragile di Diana.  All’inizio mi sono divertita più a giocare con la parte pubblica. Era la parte più divertente, glamour, la parte di facciata, più cinica e più in superficie, quindi in un certo senso mi risultava più semplice. Quando poi ho rotto questo muro, ho cominciato a divertirmi ancora di più nell’andare a fondo.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza professionale e cosa continua a regalarti questo spettacolo?
Io credo che ‪Vincenzo Incenzo‬ abbia scritto uno di quei testi che qualunque attrice aspetterebbe davvero per tutta la vita di poter interpretare. Questo spettacolo regala la grande opportunità di poter sperimentare vari registri espressivi, è uno spettacolo impegnativo ma estremamente stimolante. Devo ringraziare in qualche modo Diana, perché grazie a questa indagine introspettiva che ho fatto delle mie fragilità per potermi avvicinare a lei e al suo stato emotivo, ho imparato a conoscere di più me stessa, a riconoscere la mia fragilità e i miei dolori, a riconoscere la bellezza della maternità, quella stessa maternità che invece a Diana fu negata. E’ stato un percorso affascinante, entusiasmante e al tempo stesso doloroso e pieno di paure.

In cosa ti senti più simile a Diana?
Mi sento simile a lei in una piccola parte, soprattutto nel suo esser ribelle, nel suo voler rompere gli schemi e nel non voler accettare le regole formali di corte che le volevano imporre, ma soprattutto nel suo forte desiderio di normalità. Come lei, anche se in modo più ridimensionato, sono spesso esposta pubblicamente anche con il mio privato e a volte, soprattutto quando vado in giro con mia figlia, sento forte questo desiderio di normalità e di riservatezza. Mi viene naturale un istinto di protezione verso mia figlia, per evitarle una sovraesposizione mediatica. Ma poi allo stesso tempo, penso che faccio il lavoro più bello al mondo, mi sento fortunata e penso che questo aspetto faccia parte comunque del nostro lavoro.

Quale ricordo conservi del 31 agosto del 1997 , giorno della morte di Lady Diana?
Avevo 20 anni ed ero a Napoli. Mi stavo trasferendo a Roma ma in quel momento ero a Napoli di ritorno da una vacanza con i mei. Mi ricordo che ero appena uscita dalla doccia e i miei genitori stavano guardando il telegiornale e avevano appena dato la notizia della morte di Lady D. Appresa la notizia ricordo che mi si gelò il sangue, perché io amavo molto Lady D. Nei giorni successivi rimasi  incollata alla TV per capire, sapere e  approfondire.

A teatro vesti spesso i panni di una principessa. Ti capita mai, anche nella vita di tutti i giorni, di sentirti tale?
No, in realtà non mi sento affatto una principessa. Vengo da una famiglia di persone che hanno sempre lavorato con grande onestà. Vengo da un quartiere di Napoli popolare, bellissimo, colorato e vivace che mi ha fatto crescere bene, come una vera “scugnizza”.  Crescere in quel quartiere mi ha fatto capire cos’è la vita e mi ha dato la possibilità di avere quelle basi e quelle radici per affrontare il mondo ed è proprio quello che voglio trasmettere a mia figlia. Non voglio farla crescere in nessuna gabbia dorata, ma vorrei farle assaporare la vita da bambina, sin da ora

Anche se nella vita reale non ti consideri una principessa, al principevent-anni-fa-moriva-lady-diana_1064399 azzurro, invece, ci hai sempre creduto?
Ho cominciato a crederci non appena ho conosciuto mio marito, Enrico. L’ho trovato senza cavallo bianco ma su una motocicletta.

Collabori spesso con Enrico: com’è lavorare insieme al proprio marito?
Lavorare insieme è bellissimo. La nostra collaborazione è nata un po’ per caso. Enrico si è cominciato via via ad appassionare al mondo teatrale e poi abbiamo capito che era anche un modo saggio e intelligente per tenere unita la famiglia.

Oltre che a teatro, dove ti vedremo in futuro?
Ci sono diverse proposte anche per delle fiction televisive. Vedremo, come sempre sceglierò i ruoli che preferisco.

(Foto: Max, Conrad Godly per GQ)

1 commento

  1. Serena Autieri, una delle donne più belle, affascinanti e intelligenti dell’attuale teatro italiano. E meno fragili, immagino, di quanto Lei non dica di sé stessa

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