Erotismo, eroismo, futurismo: il cosmo mistico di Vitaldo Conte

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ARTE ULTIMA_copertine-701355A testimoniare che il messaggio futurista di Marinetti & C. non sia mai morto, è il più recente saggio scritto da Vitaldo Conte, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma, da sempre attivo con performance artistiche mai banali od obsolete che affondano la loro reale essenza nella metafisica dell’eros descritta da Julius Evola.

È sua l’Arte Ultima – titolo anche dell’opera appena edita – manifesto d’un pluralismo estetico che guarda di là dall’essere terreno per approdare all’Estremo Amore. Vi ritroviamo Dante e Rimbaud, De Sade ed Evola in una congiunzione alchemica tra Tradizione Ermetica e Avanguardia dirompente in una continua, proteiforme parusia. Azione e Arte si fondono e confondono nell’agire, scrivere e creare di Conte, in combinazioni enigmatiche di colori puri, in un cammino dadaista assolutamente attuale che si appalesa nel simbolo antichissimo della Rosa Rossa.

È il suo un percorso da rituale dionisiaco adattato ai nostri tempi, con tanto di Mistero e sua Catarsi officiate dallo stesso Vitaldo, demiurgo, ierofante supremo e vittima sacrificale sull’ara del Mito. È il suo un punto di non ritorno, oltre il quale si estende la soglia dell’infinito Amore, anche carnale, quale soltanto un “barbaro sognante”, come lo stesso Vitaldo ama definirsi, è in grado d’andare; superando quei “guardiani della soglia” posti al varco da una ottusa e cieca modernità fine a se stessa. La “donna” che l’artista ricrea è quella guerriera, autonoma e sessualmente liberata del Futurismo, ma mai priva della propria seducente femminilità condotta ai limiti della sinestesia e che produce vita in perenne movimento contro la stagnazione e la morte.

Un Futurismo pagano e a-tecnomantico questo di Vitaldo Conte, che utilizza le attuali possibilità, anche digitali, per scardinare la pseudo esistenza d’un mondo moderno assoggettato alla tecnologia, è uno dei leit-motiv che attraversano l’agire artistico contiano, in un ritorno a quello stato di sogno che è dei “primitivi”. Pittura, scrittura, pensiero, azione e misticismo congiunti a una visione erotica del vivere si uniscono in quest’athanor d’inizio secolo in maniera nuova, ma non dimentica di un aureo passato, per cercare la visione ultima della Venere alla Finestra d’Occidente.