Diorama. L’Arte è cronaca della realtà

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geyser_interactive_video_proiezione_2014L’Arte intesa come artificio per rappresentare i fenomeni e gli elementi naturali. L’acqua in particolare. Alla Galleria Emmeotto di Roma, dal 14 dicembre al 31 gennaio, arriva “Diorama” a cura di Alessia Carlino.Un’esposizione originale con le opere dell’artista toscano Michelangelo Bastiani che guarda agli effetti illusori e ottici nati nel XIX secolo, in cui la luce e i suoi riflessi diventano i nuovi congegni scenografici di una tecnica avanguardista impiegata per riprodurre, attraverso le immagini, la realtà circostante. Contrapponendosi ai precedenti meccanismi di matrice teatrale e lanciando una vera e propria rivoluzione scenica.

Nel 1822 Louis Daguerre, e poi anche Hippolyte Sebron, con l’uso tecnico ma anche creativo del “Diorama” (scena, plastico, in passato “panorama”) aveva riprodotto digital_dripping1realisticamente particolari tipi di ambientazioni esistenti in natura. Nell’arte di Michelangelo Bastiani, le dissolving views, la realtà aumentata, i giochi tridimensionali delle videoinstallazioni si associano all’ologramma. L’artista, ispirandosi a Daguerre ma anche a Charles Marie Buton, mette lo spettatore davanti ad immagini in movimento, cinetiche, con forme di spettacolarizzazione interattiva dell’opera, facendo ricorso alle più avanzate tecnologie contemporanee.

La natura e l’acqua sono il centro dell’indagine estetica di Bastianithe_tempest_hologramvideo_2015 che ricrea gli effetti visivi di cascate, sorgenti e geyser. Ed è in questa fase del percorso artistico che diventa protagonista l’artificio. Mediante gli ologrammi l’artista racchiude in barattoli di vetro i più disparati elementi climatici, mentre con installazioni site specific riproduce, grazie agli effetti dell’interattività digitale, un lago artificiale che sorge all’interno di una stanza della mostra. Il pubblico non è solo un attento osservatore, ma anche manipolatore dell’immagine che vede e con la quale può interagire. Con una sfida attuale in cui il multimediale si intreccia alla capacità dello spettatore di cogliere l’estro creativo e di renderlo proprio. Così il processo artistico diventa futuribile. E se il naturale non manterrà mai le stesse sembianze (un corso d’acqua muta nel tempo), la difficoltà di rappresentare i cambiamenti della natura può essere superata attraverso l’artificio che, invece, con gli anni si evolve e diventa sempre più avanzato e di ultima generazione. Per fare ciò, il ricorso alla tecnologia, che potrebbe apparire l’antitesi del naturale, sembra essere l’espediente artistico più adatto per cogliere i mutamenti continui della realtà.