Salvare un edificio Liberty dal degrado, conservare la Bellezza che la storia ci ha consegnato, è un compito che ci spetta dal punto di vista etico ed estetico. Ma come scuotere le menti dei politici e dei tecnici di una pubblica amministrazione perché questo avvenga ? A volte nemmeno Striscia la notizia riesce a cambiare le cose. La demenza è all’ordine del giorno, ma se ci rendiamo conto di quanto accade in Italia da cinquant’anni a questa parte, possiamo capire quanto la Cultura e la Bellezza siano vittime della indifferenza, dell’ ignoranza e delle speculazioni edilizie. Poniamoci, allora, una domanda: come si può lasciar morire, solo per citare alcuni esempi, capolavori Liberty del prestigio di Villa Zanelli che guarda il mare dalla spiaggia di Savona, le Terme del Corallo a Livorno o Villa Tonello a Recoaro Terme, tutte di proprietà pubblica? Ci stiamo davvero avvicinando al fare dei personaggi di Idiocracy ? Siamo inevitabilmente alla deriva? Possiamo ancora sperare ? Ma non è più tempo di aspettare, è l’ora di agire.
Da questi interrogativi e da questi propositi è nato il progetto ‘‘SalvaLiberty’’ promosso dall’Istituzione culturale nazionale ITALIA LIBERTY (www.italialiberty.it) che mira a raccogliere fondi pubblici e privati per conservare e promuovere la conoscenza, nell’auspicio di un restauro non troppo lontano nel tempo, degli esempi architettonici di fine ‘800 e primo ‘900 del nostro Paese. Se i nostri politici a livello locale e nazionale parlano senza agire, tanto varrebbe mettere in vendita gli edifici ad uno come Donald Trump che, sicuramente, saprebbe come valorizzarli e ricavarne un profitto.
Una cosa che, invece, è stata fatta a Barcellona con i monumenti di Gaudì. Un profitto da capogiro e un’offerta turistica importante. Dai numerosi confronti e opinioni ricavate da diverse conferenze tenute all’estero è emerso che lo stile floreale italiano all’occhio di uno spettatore straniero piace al punto da favorire un turismo culturale. Qualcosa che è stato anche dimostrato dal fatto che l’anno scorso la pagina facebook ‘’The World Art Nouveau’’ (allora contava circa 2.000 fan) dopo aver postato una foto di villa Zanelli a Savona in stato di degrado ha raggiunto oltre 350mila utenti dopo mezz’ora dalla pubblicazione, con numerosi commenti, per arrivare dopo un giorno a oltre 600mila. Molti erano stranieri increduli che si domandavano come mai una villa così bella potesse essere in un tale stato di incuria. Questo esempio ha destato l’interesse anche di una giornalista del New York Times che non conosceva la villa prima di allora e tutti, comunque, si augurano che Villa Zanelli possa tornare all’antico splendore. La mia idea è quella di adibirla, dopo il restauro, a Museo del Liberty italiano, qualcosa che oggi non esiste, seppurepiù volte millantato.
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E, ancora, che ne è del “bando dei 150 milioni di euro”annunciato dal Presidente del Consiglio e indetto tempo fa dal governo ? ([email protected])
Consideriamo lo stato del patrimonio Liberty in degrado di proprietà pubblica e privata in Italia. L’80% è di proprietà di regioni e comuni. Anche di recente, in alcuni comuni italiani e non come la città di Bellinzona, sono stati segnalati esempi di ville Art Nouveau con una forte impronta storica e stilistica, tanto da ricoprire pagine dei libri di storia dell’arte, che sono state abbattute da privati o mal ristrutturate così da svilire il loro fascino originale. La villa Liberty di Morazzone era una di queste.
Eppure uno strenuo difensore della Bellezza, uno come Vittorio Sgarbi che ho avuto sempre vicino anche nella mia battaglia, ha fatto di tutto per impedire un tale delitto contro il patrimonio artistico. Sarebbe stato sufficiente mettere un vincolo a tali beni storici, un po’ come ha fatto il Comune di Riccione negli anni ’80 salvando edifici e morfologia del paesaggio. Per Villa Zanelli, che era stata progettata nel 1907 da Gussoni e da Pietro Fenoglio, archistar di questo stile, a distanza di anni tra polemiche e appelli, lanciati attraverso il progetto #salviamovillazanelli, nessuno ha alzato un dito. A cosa è servito allora portare alla vittoria il colore politico del sindaco Caprioglio nelle recenti elezioni con la promessa ai cittadini di salvare Villa Zanelli e di creare un museo estivo di cui non si parla più ? Anche le Terme del Corallo a Livorno sono un altro triste argomento. Un centro di salute termale ricco di affreschi, maioliche e bassorilievi in terracotta abbandonati fra le sterpaglie che ne indeboliscono la struttura e cancellano i decori.
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Spostandoci a Recoaro Terme troviamo Villa Tonello che all’epoca risplendeva alla luce del sole con quelle cromie calde che oggi sarebbero il teatro perfetto per un film d’autore. Vogliamo augurarci che un importante appuntamento con la storia del Liberty, come il centenario dalla morte e centocinquantesimo della nascita di Giuseppe Sommaruga, protagonista del Liberty italiano, possa essere l’occasione per riportare alla luce il tema della salvaguardia del patrimonio Liberty. Una speranza si è appena accesa: sembra che l’amministrazione di Varese voglia salvare la funicolare. Non tralasciamo il colosso dell’Hotel Campo dei Fiori, sempre di Sommaruga, ma qui la situazione è incerta a differenza dell’hotel Palace di Varese, venduto di recente a una società che lo ha acquistato con lo scopo di mantenere l’attività alberghiera. Non vogliamo dimenticare, in questa sede, che il sindaco Milesi di San Pellegrino Terme si è garantito la poltrona per il suo interesse nei confronti del patrimonio culturale di una città meta di tanti turisti per visitare lo splendore del suo Casinò. E le memorie dello splendore del Grand Hotel, abbandonato da troppi anni, hanno visto di recente l’ingresso delle impalcature per permetterne la ristrutturazione e la riapertura. Durata prevista dei lavori: due anni. Costo: 18,6 milioni di euro di finanziamento statale. Il cantiere consentirà di rendere agibile il piano terra per ristorazione e spazio espositivo. Per rivedere aperto lo storico albergo, chiuso dal 1978, come hotel di lusso, bisognerà però attendere. Il Comune ha a disposizione altri tre milioni di euro arrivati dalla Regione.
Anche la Romagna non manca di esempi di degrado, dove, fortunatamente,in alcuni casi sono intervenuti i privati. È il caso del complesso della Marina Bolognese in prima linea a Miramare, ora meta di un turismo deviato in cerca di stravaganze all’interno della struttura fatiscenze, indicato per coloro che amano il trash. L’edificio, oggi di proprietà di una società, mostra al suo esterno pregiati elementi in cotto e affreschi simbolisti che meritano un restauro. Il Comune di Riccione aveva aperto un bando per lavorare sul recupero, ma da anni nemmeno una mosca è volata. Anche Villa Flora a Bologna, situata a Borgo Panigale in via della Salute, rimane un caso irrisolto. Oggi è ridotta a un agglomerato ricoperto d’edera che oscura i decori in cemento e ferro battuto. E sembra proprio che tanta Bellezza rischi discomparire se non si interverrà, almeno con una elementare pulitura perché, come afferma la critica giornalista d’arte Cecilia Casadei, da anni partecipe delle manifestazioni Liberty, occorre non tanto sperare che la Bellezza possa salvare il mondo, ma occorre salvare la Bellezza dal mondo. Allora, è tempo di agire senza scuse. “se non ora, quando ?