In bici senza sella, i precari pedalano con Colin Firth

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Una situazione comune a tanti trenta/quarantenni che, nati in un mondo di grandi aspettative, e cullati da ideali utopistici cine-societari anni 80’, si ritrovano improvvisamente con le porte sbarrate. Nella migliore delle ipotesi ci si aggancia a quell’unica vaga certezza che richiede sudore, tenacia ma soprattutto sofferenza e, il più delle volte, becero compromesso. Questa situazione reale e drammatica è quella trasposta dal film In bici senza sella, nelle sale in questo mese: 7 cortometraggi diretti da 8 registi esordienti (Giovanni Battista Origo, Sole Tonnini, Gianluca Mangiasciutti, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi, Chiara De Marchis e Francesco Dafano) che raccontano, in tono grottesco e surreale, il lavoro precario e l’ossessione del posto fisso. Un’ironia che nasconde un atteggiamento cinico verso la realtà; un invito alla riflessione in chiave di sicuro comica ma che introduce una nota malinconica. A fare da sfondo alle esilaranti vicende, Roma e i suoi quartieri, la sua indolenza e il suo cinismo, tanto negli spazi che ospitano le storie quanto nella comicità che si poggia quasi interamente sull’ironia romanesca.

Una vera e propria protesta di un gruppo di ragazzi che si lamentano di questo Paese, dell’impossibilità di intravedere un futuro, dei raccomandati, della corruzione e di uno Stato assistenzialista verso chi non ha bisogno di assistenza (vedesi banche).

Ispirato dal libro di Edgar Morin, La via, il progetto è nato nel 2013 da un’idea del produttore (esordiente anch’egli) Alessandro Giuggioli, che decise di raccogliere la realtà dei precari dal punto di vista dei precari, per creare, insieme ai suoi registi preferiti, un satirico manifesto generazionale. Tuttavia, in Italia, realizzare un film non è impresa facile, e Alessandro se ne accorge subito: dopo aver girato i primi due episodi con una troupe arrangiata e una Canon 5D, comincia ad andare per produzioni alla ricerca di sostegno. La risposta? Sempre la stessa: senza un nome alla regia e attori famosi si andrà a sbattere contro un muro. Un muro che questi giovani nomi hanno invece deciso per sfida di abbattere con spranghe di tenacia e martelli di Crowdfunding (soluzione che gli ha consentito di girare il film con meno di centomila euro!).

E, potere del web, proprio grazie alla piattaforma americana, il trailer, dopo essere stato visto in centosessanta paesi, è arrivato persino a nomi quali Stanley Tucci e il premio Oscar Colin Firth che, dopo aver fatto una cospicua donazione, ha dichiarato di sostenere il progetto.

Un film ma soprattutto un piccolo prontuario di “Ricette anticrisi e altri esercizi di sopravvivenza”, sin dal titolo, dove, per addolcire la pillola, una serie di gag si susseguono, strappando risate e sorrisi a denti stetti. Si ride in continuazione delle nostre disgrazie e, privi di futura pensione, come nell’episodio Sacro Graal, ci si rifiuta di bere dalla coppa che potrebbe renderci immortali. Perché bramare una lunga vita per la nostra generazione è impensabile. Figuriamoci l’eternità.