Che cos’è l’aura? L’aura è rappresentata e comunemente considerata come un alone luminoso che avvolge i corpi, il cui significato etimologico deriva dal greco alos, letteralmente “corona”. E se di corona si parla, dimenticatevi le campiture di colore piatte e dorate che cingono il capo alle madonne di Giotto o i flebili fasci di luce attorno a quelle del Pontormo, l’aura di Alberto Di Fabio risulta tanto celestiale quanto terrena: la sua personale a cura di Stefano Castelli, dal titolo Aura appunto, in mostra fino al 19 novembre prossimo alla galleria Luca Tommasi Arte Contemporanea di Milano, ci svela i più recenti lavori dell’artista, sempre avvezzo e attento alla rappresentazione del kósmos, ma stavolta sconvolta da tratti e cromie decisamente più terrestri: ecco infatti spiccare superbe tele ad acrilico dalle tinte ocra, ecco ora l’avvicinarsi impellente dell’Iperuranio alla Terra, come se Platone, per una volta, volesse farsi un giro con la sua biga alata tra noi comuni mortali.
Vicendevolmente, però, è questo il regalo dell’artista al suo pubblico: Di Fabio avvicina lo spettatore ad una dimensione proverbialmente galattica, spingendolo in quel blu petrolio che lo inghiotte, laddove il confine tra arte e scienza non è più solo labile, ma in un divenire incessante e sistematico: l’uso massiccio delle tonalità blu e celesti risulta in questo caso quanto mai necessario, a tratti caotico e votato all’informale. Né cháos né kósmos sembrano prevalere, figurazione e astrazione dialogano vicine come in una perfetta coreografia di atomi, come l’aura che accompagna l’uomo e il mondo nell’esistenza.