Il ping pong? Oltre la rete, una metafora della vita

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con Gino BartaliFirenze, primi anni settanta, tra San Frediano e Santo Spirito ragazzini monelli giocano a Ping pong nei bar, tra di loro c’è anche Alessio Sardelli, futuro campione di tennis-tavolo e ottimo attore di teatro.

“Ping Pong oltre la rete” è lo spettacolo teatrale che racconta questa storia; è una metafora dell’esistenza, il racconto di due passioni: il Ping pong e il teatro, le due anime di Sardelli, attore e atleta.

L’attore, interpreta se stesso, quarant’anni dopo, in un testo di finzione ispirato alla realtà. Ernesto Volo, il protagonista, è impegnato in una partita immaginaria, durante la quale ripercorre la sua carriera di atleta con tutto quello che significa per chi ha deciso di dedicare la propria vita allo sport agonistico, lo stesso sport che lo porterà in seguito ad avvicinarsi al teatro.

L’attore infatti, dopo esser diventato campione italiano di doppio assoluto maschile, disputò tante gare internazionali con la nazionale e un campionato europeo, che gli permisero di conoscere Carlo della Vida, Signore del Tennis, che gli diede le chiavi per conoscere l’altra metà di se stesso, quella diio e Giorgio attore. Tutto ad un tratto, si trova a far parte di una ristretta rosa di giocatori che si esibivano prima delle partite di pallacanestro dei famosi Harlem Globe Trotter. Qui Sardelli respirò i pienoni di pubblico, in quelle occasioni, notando le sue doti di performer, gli consigliarono di darsi al palcoscenico.

Cominciò quindi con i corsi degli allievi di Orazio Costa a Firenze per poi essere notato da Lucio Chiavarelli che lo fece esordire in teatro e arrivò a lavorare con Proietti e Albertazzi, il Maestro. Alessio Sardelli dopo aver conosciuto la serie a del Ping pong, in quel modo, entrò a far parte anche di quella del teatro.