Ribellione sotto l’ombrellone: sette letture estive per resistere al declino

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Dieci libri per l'estateNon ci sono libri assolutamente da leggere o da non leggere. «Il verbo leggere non sopporta l’imperativo» scrive Pennac. Per tanto, se trovate la parola “libro” accanto a una sola di queste parole, come ad esempio “guida”, “classifica”, “top ten” o la peggiore di tutte “best seller”, fatevi del bene: cambiate sito, voltate pagina, fate zapping, perché il consumo non può essere elevato necessariamente a qualità. Quindi al diavolo queste ciance da mercante. Qui non troverete consigli per gli acquisti che piacciono tanto a chi legge poco, ma l’invito a intraprendere un lungo viaggio immobile. Non proponiamo letture tranquille e sognanti, da accompagnare a lenti sorseggi di bibite esotiche sull’amaca. Qui si offrono letture ruvide, percorsi impervi, cime oscure da scalare e mari tempestosi da attraversare. Un libro dev’essere un pericolo. Il lettore un sovversivo che insorge innanzitutto contro se stesso.

Dunque, se pensate che leggere sia solo un passatempo (estivo), un modo per dimenticare la noia immobile della vita o per evitare il gioco aperitivo dell’animazione, vi sbagliate. Un libro non migliorerà le vostre vacanze, né tanto meno la vostra estate. Non renderà il bagno di folla in spiaggia più gradevole o le gite in montagna più interessanti. Un libro non può salvarvi da nulla, tranne che da voi stessi.

Approfittando quindi della calma estiva, Off vi propone sette autori e titoli che, secondo il nostro umile e forse inutile parere, rappresentano un modo per decifrare l’attualità e resistere alla decadenza. Al roseo “buona lettura”, preferiamo il più spinoso “buona fortuna”!

Partiamo con lo scrittore algerino Boulem Sansal, con il suo 2084: la fine del mondo (edito da Neri Pozza, 2016). Ispirato al celebre 1984 di Orwell, il romanzo narra un futuro in cui tutte le angosce del presente sembrano realizzate sotto forma di una terribile teocrazia totalitaria e fondamentalista, in cui a tutti uomini non resta che «morire per vivere felici». Solo un uomo sarà capace ancora di resistere e puntare l’indice contro un mondo conforme e senza più umanità.

Ryan Gattis, scrittore e insegnante di Los Angeles, autore di Giorni di fuoco, (edito da Guanda, 2016). Il romanzo tratta uno dei processi più celebri della storia americana, a seguito del quale Los Angeles cadrà in preda a una violenza sbalorditiva: quartieri in fiamme, regolamenti di conti, decine di morti, migliaia di arresti e feriti. Tutte vittime, quasi sempre innocenti, di un sistema democratico che incatena tutti in una specie di omologazione forzata e alienante.

Valentino Zeichen, poeta fiumano che viveva in una baracca a Roma, nell’ultima opera La Sumera, (edita da Fazi, 2015) racconta le vite di tre giovani che inseguono senza troppi sforzi i loro sogni. Sedotti dalla vita, privi di obiettivi, i tre raffigurano la nostra vulnerabile contemporaneità. Il loro fallimento finale è la sconfitta di un’intera generazione cresciuta nel segno della marginalità esistenziale, fatta di goffe ritualità sociali, decadenza morale e disperata insensatezza.

Don DeLillo, scrittore italo-americano nato nel Bronx, in Underworld (edito da Einaudi, 1999) si parte con la storica partita di baseball tra Giants  e Dodgers, in cui Thomson effettuò un memorabile fuoricampo, dando la vittoria ai Giants. Un ragazzino si impadronisce della palla che verrà poi sottratta dal padre e venduta. La palla passa così di mano in mano, disegnando un destino collettivo dominato dalle immagini luccicanti del benessere americano e dai sui rifiuti, dai feticci sentimentali, erotici, artistici, che eruttano dalla storia di un Occidente ignobile e in macerie.

Franz Kafka, scrittore praghese che non necessita di presentazioni. Ne Il processo racconta la storia di Josef K. Arrestato e portato in tribunale senza imputazione, subisce passivamente l’interrogatorio, trasformandolo in autoaccusa. Pur innocente verrà condannato e giustiziato con un coltello immerso nel cuore. Alla privazione dell’identità e delle non-reazioni, si aggiunge il ritratto satirico del provincialismo e della burocrazia di una società che si impadronisce dell’individuo fino a distruggerlo.

Aldo Palazzeschi, scrittore e poeta, ne L’Incendiario, una raccolta di poesie anarchiche e tipicamente futuriste, la poesia è concepita come provocazione e irrisione, il cui obiettivo è la demolizione simbolica dei luoghi comuni e dei valori ufficiali. Riso e fiamme esprimono non solo distruzione, ma anche rinascita. Il poeta si pone come sacerdote di una verità profonda e assoluta che ricordano lo Zarathustra di Nietzsche.

Herbert Marcuse, filosofo tedesco, in L’uomo a una dimensione (edito da Einaudi 1999), radicalizza la critica della società tecnologica avanzata. Per l’uomo stordito dal frenetico universo consumistico la ragione si è identificata con la realtà. Il Sistema, ovvero l’amministrazione totale dell’esistenza, ci mantiene nelle illusioni della libertà e della democrazia. Al di fuori di esso resistono gli “esclusi” che incarnano il rivoluzionario e totale «Grande rifiuto» del Sistema.