Una passeggiata creativa per omaggiare la vita e i luoghi di Luchino Visconti

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LUCHINO VISCONTI FOTO GUIDO TARONINell’Anno nazionale dei cammini, proclamato dal ministero della Cultura, il programma delle “Passeggiate creative” promosso dai Comuni di Como, Brunate e Cernobbio prosegue domenica 31 luglio sulle orme di Luchino Visconti. Dopo due grandi della poesia e della scienza come Alda Merini e Alessandro Volta, sarà omaggiato un maestro del cinema fortemente legato al territorio lariano, con un’iniziativa organizzata dal Festival Città di Cernobbio in collaborazione con il Lake Como Film Festival. L’occasione è il quarantesimo anniversario della scomparsa di Visconti, cui non a caso è stata dedicata la copertina della guida cineturistica “Lombardia superstar. Una regione in cento film”, edita di recente da Regione Lombardia e Camera di Commercio di Como: l’itinerario proposto al pubblico si ispira a uno di quelli contenuti nel volume e sarà condotto dal curatore del medesimo, il giornalista Pietro Berra. Una copia della guida verrà regalata a tutti quelli che si iscriveranno alla passeggiata/battellata (100 i posti disponibili, Iscrizione obbligatoria entro il 28/07/2016 tel. 031-4446483).

Partenza alle 10.30 da piazza Cavour, presso l’Hotel Metropole Suisse, dove sarà presentato un montaggio delle scene più importanti dei film girati sul Lario, a cura di Mario Bianchi. In battello si raggiungerà Cernobbio e poi si camminerà dall’imbarcadero a Villa Erba seguendo le note dell’ “organettista magico” Andrea Pizzamiglio, che con il suo antico e caratteristico strumento scandirà i diversi momenti della giornata, proponendo anche musiche tratte dai film di Visconti. Un picnic nel parco (portato da casa o prenotato all’atto dell’iscrizione) precederà la visita guidata alle “Le stanze di Luchino”. Si tratta di un piccolo museo con gli arredi originali voluti dal regista e fotogrammi dei suoi film, per i quali si è spesso ispirato a Villa Erba nel costruire le scenografie. Durante la battellata/passeggiata si attraverseranno i set di altri celebri film italiani come “I ragazzi di via Panisperna” di Gianni Amelio e “Mussolini ultimo atto” di Carlo Lizzani. 

Luchino Visconti (1906-1976), era molto legato al lago di Como: Villa Erba di Cernobbio apparteneva alla sua famiglia e nel suo immenso parco diceva di aver passato i momenti più belli dell’infanzia e della giovinezza. Vi trascorse tutte le estati fino al 1929 e in età matura vi ospitò alcuni tra i più importanti amici e colleghi, come Franco Zeffirelli, Helmut Berger e Alain Delon. Quarto di sette fratelli educati all’amore per l’arte e per la musica, Visconti a quattordici anni tenne il suo primo concerto di violoncello. La madre, Carla Erba, erede della dinastia farmaceutica, diplomata in pianoforte e amica dei maggiori musicisti dell’epoca – da Verdi a Puccini, da Mascagni a Toscanini – ed il padre, Giuseppe Visconti di Modrone, Gli-angeli-nascosti-di-luchino-visconti-01amante del Teatro di Prosa e d’Opera, influirono molto sulle passioni del giovane Luchino. Dopo la parentesi durata otto anni, in cui Visconti si dedicò all’attività di allenatore di cavalli da galoppo, fu la musica d’autore – di Bruckner, Franz, Mahler, Wagner ed altri – il filo conduttore dell’opera del grande Maestro, regista di ben 83 lavori che spaziano dal teatro di prosa al teatro lirico, dai film (alcuni dei quali leggendari, come “Senso”, “Rocco e i suoi fratelli” o “Il gattopardo”) ai balletti. Disse Visconti: “Cinema? Attività creativa: opera di un uomo vivente in mezzo agli uomini. Con questo termine sia chiaro che mi guardo bene dall’intendere qualcosa che si riferisca soltanto al dominio dell’artista. Ogni lavoratore, vivendo, crea: sempre che egli possa vivere. Cioè: sempre che le condizioni della sua giornata siano libere e aperte; per l’artista come per l’artigiano e l’operaio. Non il richiamo prepotente di una pretesa vocazione, concetto romantico lontano dalla nostra realtà attuale, termine astratto, coniato a comodo degli artisti, per contrapporre il privilegio della loro attività a quella degli altri uomini. Poiché la vocazione non esiste, ma esiste la coscienza della propria esperienza, lo sviluppo dialettico della vita di un uomo al contatto con gli altri uomini, penso che solo attraverso una sofferta esperienza, quotidianamente stimolata da un affettuoso e obiettivo esame dei casi umani, si possa giungere alla specializzazione. Non voglio dire che ogni lavoro non sia lavoro particolare e in un certo senso “mestiere”. Ma sarà valido solo se sarà il prodotto di molteplici testimonianze di vita, se sarà una manifestazione di vita.”.  

Nell’ultima parte della vita, il regista, ormai minato nella salute, riadattò l’ex scuderia a sala montaggio e qui ultimò la lavorazione del capolavoro “Ludwig” (1973). Sul lago di Como, a Bellagio, girò anche alcune scene di “Rocco e i suoi fratelli”, proposto quest’anni in edizione restaurata dal Lake Como Film Festival nell’arena del Teatro Sociale, mentre la stessa Villa Erba è stata utilizzata come set da diversi altri celebri registi, come Steven Soderbergh in “Ocean’s Twelve” e Marleen Gorris in “La partita – La difesa di Luzhin”. Nelle “Stanze di Luchino Visconti” si potrà assistere alla proiezione di un altro video dedicato ai film girati sul lago di Como: “Star lake” del regista Paolo Lipari, legato alle due precedenti guide cineturistiche, “Le stelle del lago di Como”, curate da Pietro Berra.