L’educazione sentimentale. No, Gustave Flaubert non c’entra nulla; non sarà la letteratura ad accompagnare i più intimi passi dell’uomo, a suggerire la vita, a rendere affascinante l’umanissimo percorso della crescita. Non nei barbari tempi moderni, in cui, all’espressione educazione sentimentale, non corrisponde più l’errore che diventa esperienza, la redenzione che scorre tra le pagine di un romanzo di formazione, bensì Celeste Costantino, onorevole della Repubblica Italiana, in quota Sinistra Italiana-Sel. Il Gran Consiglio del progresso, baluardo di libertà, di democrazia e tolleranza, è sempre impegnato ad educare il suo popolo, la sua gente, fin dalla più tenera età – sarà un caso..? -, fin nelle corde più profonde di un’umana spontaneità che ormai rimane, sempre più, in sparute tracce; nulla viene per caso, così l’abbattimento dei vecchi confini, non serve per affrancarsi da schemi moralmente datati, bensì per ristabilirne degli altri, spacciati per evoluzione del progresso.
Si riunisce la VII Commissione “Cultura”, si esaminano i provvedimenti. È il 5 luglio. Oggetto della discussione, è “l’introduzione dell’educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione”.
Ecco gli interventi, si parla di “bullismo omotransfobico”, con Silvia Chimienti del M5S e di adeguare i libri di testo, per dirla con Valentina Vezzali: “affinché siano evitati continui riferimenti a stereotipi maschili”; ma tocca a Celeste Costantino, ridisegnare i confini della geografia emozionale: l’onorevole, illustra l’iniziativa a sua firma. Una proposta che prevede “Tale proposta, che consta di sette articoli, prevede l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole del primo e del secondo ciclo dell’istruzione e, a differenza di altre, prevede espressamente un’ora settimanale a ciò dedicata proprio per dare ai ragazzi la possibilità di entrare nel merito delle relazioni”. Ma, esattamente, come si entra nel merito delle relazioni? Non so, ci penso. Intanto ordino: vorrei un essere umano ben cotto, già educato, con contorno di genere, grazie.
