Grande artista per grande galleria: Scanavino alla DepArt

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Emilio Scanavino, L'Arco, 1972, olio su tela, 60x60 cmSarà crisi o no? Di certo, ai livelli alti e altissimi la bestia nera non ci arriva: altri territori, altri portafogli. Per dirla col predicatore di Pulp Fiction, non è lo stesso campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport. Eppure non occorre andare troppo in là. Anzi, non occorre nemmeno espatriare, se si vuol toccare con mano una situazione che diremmo decisamente in controtendenza rispetto alle dicerie dei “gufi” (copyright Presidente del Consiglio).

Le gallerie italiane stentano ad arrivare a fine mese? E io ne apro una ancora più grande di quella che avevo prima!, con una mostra su Scanavino. Inutile parlarvi del grande artista di Zena, uno dei massimi pittori e scultori italiani, all’uopo vi sarà estremamente vantaggiosa la lettura del testo a catalogo redatto per l’occasione da Claudio Cerritelli. Molto più utile dirvi cosa potrete vedere nella nuovissima Dep Art, galleria milanese di arte moderna e contemporanea che ha aperto i battenti in pompa magna con la mostra “Scanavino. Opere 1968 – 1986” dedicata a Emilio Scanavino e realizzata in collaborazione con l’Archivio Scanavino, con venticinque opere datate tra il 1968 e il 1986 tra cui Nascosto 1 e una rarissima tela del ’68, rimasta nell’oblio per decenni e appartenente al periodo più “sperimentale” dell’artista, quindi piuttosto interessante per una chiave di lettura alternativa della sua produzione in toto.

La (nuova) galleria Dep Art è spettacolare, due piani più un seminterrato, un grande spazio espositivo Emilio Scanavino, Alfabeto senza fine, 1974, olio su tela, 80x80 cmdegno dei massimi sistemi con ascensore interno per chi non soffre di claustrofobia (e per trasportare con maggior agio le opere più impegnative, I suppose): se per essere geniali e intraprendenti urge un po’ di follia, allora Antonio Addamiano, titolare della galleria Dep Art, folle lo è sicuramente, soprattutto perché non siamo a N. Y ma in Italia, dove il sistema economico è quello che è e il sistema fiscale massacra la produzione a fin di….male.
Da vedere, oltre alle opere in sé of course, l’allestimento della mostra: sulla falsariga delle band musicali che registrano il proprio album live in studio, le opere di Scanavino sono esposte così come uscirono illo tempore dal suo studio, con le cornici originali o, nei casi di mission impossibile, con cornici in tutto e per tutto uguali a quelle dell’epoca. Mostra da visitare,  sia per lo spazio espositivo in sé che per un re-incontro, per certi versi inedito, con Emilio Scanavino.