Daverio, il grande critico d’arte si racconta

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La modernità non mi piace per niente. Siamo tutti omologati ed è il contrario della società della competizione, così in un’intervista a La7. Eclettico, colto, dandy, dal vêtements clownesco, per sua ammissione.
Quando ho smesso di far politica, siccome non ero capace di farla, mi ritrovai senza un soldo. Finito di fare l’assessore a Milano, ero quasi povero; lì capii la mia inadeguatezza alla politica”.
Storico dell’arte, docente presso la Facoltà di Architettura dell’ Università degli Studi di Palermo, direttore della casa editrice Giunti di Firenze e della rivista di Storia dell’ Arte Art e Dossier, membro del Consiglio della Fondazione Cini di Venezia e direttore scientifico del Museo del Duomo di Milano. Autore e personaggio televisivo, ha per dieci anni scritto e condotto la trasmissione televisiva Passepartout per Rai 3. Scrive per il Corriere delle Sera, per il Quotidiano Nazionale e per l’Avvenire. Questo è Philippe Daverio, lunedì 11 Aprile al Teatro Manzoni, alle ore 21.00, protagonista del sesto appuntamento della rassegna Manzoni Cultura dedicato all’Arte e alle bellezze di Milano in cui si racconterà, come di consueto, ad Edoardo Sylos Labini.

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2 Commenti

  1. Un caso più unico che raro : un Français d’Alsace che ha trovato la sua in Italia – da Craxi a quest’oggi. Allons enfants de la patrie … mî piacerebbe sapere quale è la sua madre-lingua ?

  2. Ho come l’impressione che questo, per sua stessa ammissione rimasto senza un solto.. abbia dovuto darsi da fare per guadagnare qualcosa.- e lo abbia fatto cominciando o ricominciando a “sparare caxx….te”.- magari avesse provata a produrre qualcosa di concreto andando sul mercato…avrebbe dimostrato maggiore intelligenza.- ma si sa in italia far la chiacchiera è il miglior modo per sbarcare il lunario. e Philippe Daverio è solo uno dei tanti.

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