La natura è un tempio, parola di Claudia Cavallo

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Artabia

ArtabiaPrendere la macchinetta e fuggire verso la natura. Poi, non cercare l’estensione, la maestosità, ma il dettaglio. Una sfera appoggiata sulla neve, tra gli alberi, a riflettere il paesaggio, come nella serie ‘Rifletti’, o una tela squarciata, in un chiaro riferimento a Lucio Fontana, che apre un pertugio in cui va ad infilarsi l’occhio e che lascia intravedere una porzione di paesaggio, sfondo vero, vivo, come nella serie ‘Dettagli’. Un obiettivo importante per Claudia Cavallo, alias Artabia – con opere selezionate da importanti enti nazionali, tra gli artisti curati direttamente da Giorgio Grasso, molto vicino a Vittorio Sgarbi, critico e storico dell’arte di fama nazionale – quello di approfondire il rapporto tra l’occhio umano e la natura, lontano dalla celebrazione della banalità. Nell’ espressione fotografica della promettente artista viterbese – 29 anni, autodidatta – la natura è un tempio moderno che torna a popolarsi: c’è il dettaglio e, assieme ad esso, l’uomo che lascia testimonianza del suo passaggio discreto, che pian piano torna nel suo regno originario. In scatti quasi onirici, sempre in equilibrio tra messa a fuoco e sfocatura, laddove ci sarà un microcosmo da esplorare, ci sarà giovane Claudia Cavallo.