Carlo Emilio Lerici ci fa scoprire ancora una volta un testo di Philip Ridley. Lo aveva proposto prima, nella rassegna Trend sulla drammaturgia contemporanea inglese che si tiene al teatro Belli e adesso al Fontanone Estate del Gianicolo. Dark Vanilla Jungle. Le storie di questo autore sono apparentemente appese, svagate e surreali, in realtà denunciano uno spaccato di solitudine e sofferenza vivissime. La contraddizione dell’oggi sembra proprio essere quella che siamo chiamati a sopravvivere tra realtà e apparenza: le persone che ci vivono intorno sembrano in un modo, e a noi fa comodo incasellarle in un comportamento standardizzato, ma se ci mettiamo ad osservarle più da vicino, scorgiamo ferite, abbandoni, sesso senza amore, promesse non mantenute, aspettative, tradimenti, menzogne.
La protagonista del testo si ritrova a vivere, amare, soffrire, in uno spaesamento onirico, come un pesce fuor d’acqua (e i riverberi azzurri della scena concepita da Alessandro Chiti danno proprio quest’impressione di acquario). Digressioni, flusso di coscienza, confessione: sarà proprio lei ad uccidere il suo bambino? Storie di abbandoni, diade materna, desiderio di una vera famiglia; sprazzi, spiazzamenti, spunti, rammendi di ricordi che aleggiano su aironi. Ridley da buon inglese è cinico: quando descrive infila particolari scabrosi sulla consistenza dei preservativi e sul particolare sapore che ha il liquido seminale. Si ripropone il tema dell’abuso, dei silenzi e della stramba teoria che se qualcosa di “brutto succede” è perché è la donna che ci sta.
Lei, la protagonista, è la bravissima Monica Belardinelli: conferisce con la sua recitazione un ritmo al tutto davvero serrato: morde, graffia le parole, impreca, sogna, si getta totalmente nella storia e non ci fa sentire la pagina. Sfrutta al meglio tutti i registri vocali (canta anche) e con qualche decalage comico, si mette a nudo, mantenendo un candore d’attrice mai volgare. La recitazione italiana a volte può tenere testa senza imbarazzi alla nuova e difficile drammaturgia estera. Ad aprile lo spettacolo verrà riproposto al teatro dell’orologio di Roma.