WAX. We Are X. L’opera prima di Lorenzo Corvino è un film con 11 esordi in ruoli chiave. Un film di genere in cui c’è tutto: l’on the road, sesso, bugie e videotape (anzi video e basta, fatti con i cellulari), amore, amicizia, noir e precariato. La generazione X, appunto. Perché sugli under 35 in Italia hanno messo una croce sopra. Non c’è vittimismo, in questo film, ma avventura. Non c’è tristezza, al massimo vendetta (come la casa di produzione: Vengeance), dolce e fredda. Non c’è un’opera a tesi, ma l’imprevedibilità della bellezza, come quella di Gwendolyn Gourvenec, irresistibile, o la leggerezza sensibile dei suoi compagni di viaggio. C’è l’audacia di un regista che riscrive la grammatica di un cinema sulla base dell’etica e dell’estetica di una generazione che non ha perso, come quella di Gaber, ma a cui non hanno mai permesso di scendere in campo. Che non era neanche in panchina, ma relegata in tribuna. Se non fuori rosa. Non c’è l’ideologia, ma il paradosso di tre sfigati a Montecarlo, sognatori in ostaggio di cialtroni. Paganini e Bicocchi siamo noi, sopravvissuti e sopravviventi, abituati a perdere con leggerezza, a rimanere a galla.
In Italia i festival, tranne Lecce, lo hanno ignorato. Non sapevano leggerlo, quella di WAX non è la loro lingua, la loro età, la loro vita. Negli Usa se lo son presi, l’han fatto girare. Corvino ha pagato tutti i suoi, senza prendere finanziamenti pubblici, ha puntato sui suoi coetanei, se n’è fregato del cinemoralismo, ha rotto gli schemi visivi e strutturali, ha conquistato Rutger Hauer e Jean-Marc Barr. Non si è pianto addosso, non ha cercato giustizia in un giornalista (Andrea Sartoretti) o in un produttore (Andrea Renzi) come ce ne sono troppi. Ha agito. Regalandoci un film speciale. Lo vedremo in sala fra qualche mese, grazie a Distribuzione Indipendente. Di nome e di fatto. Andare a vedere WAX, ci ricorderà chi siamo. E cosa potrem(m)o essere. Forti, sexy, uniti. E finalmente titolari.
WAX: WE ARE THE X – Official International Trailer from VENGEANCE srl on Vimeo.
