Surfing the net: a Parma trovano spazio i post ritratti degli spagnoli

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gallery_van coniguim_6La galleria Loppis OpenLab di Parma ospita la doppia personale degli artisti spagnoli Guim Tiò Zarraluki e Conrad Roset. Pittore il primo, illustratore il secondo, i due condividono da una decina d’anni un lavoro a quattro mani incentrato sul tema del ritratto, che parte dall’indagine di un soggetto scelto nel web e che poi viene trasposto su tela.

Zarraluki si dipolma alla scuola Sùnion di Barcellona ed espone oltre che a Barcellona a Madrid, California, Australia, Messico, Taipei e Taiwan; Roset frequenta l’Accademia di Belle Arti di Barcellona per poi diventare insegnante alla Scuola di Design BAU, lavora con gallerie e musei internazionali come il MOMA-Virginia e collabora come illustratore freelance per diverse riviste, agenzie pubblicitarie e marchi fra i quali anche Bershka e Zara.

La galleria parmense, camaleontica nella gestione dello spazio e avvezza ad un cambio d’outfit in occasione di ogni mostra, stavolta stupisce di bianco e di vento presentandosi come un arioso corridoio completamente aperto sul cortile interno dove la mostra prosegue nell’installazione di un furgone (un “van” appunto, senza smentire il titolo dell’esposizione), arredato con lampade e tavoli vintage e all’interno del quale si può apprezzare parte della produzione su carta degli artisti. Alle pareti quindi i ritratti di grandi dimensioni come finestrini umani su un treno e un ampio assemblaggio di opere su carta di piccolo formato ad olio e carboncino dai colori brillanti e dai tratti decisi, che si direbbero visi di mastrioska d’ispirazione fauvista. Un divertissement estetico che fa da contraltare alla pensosità dei ritratti ad olio di rimpetto.

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Surfing the net dunque i due artisti trovano i loro modelli: persone che rispondono spontaneamente ad un post – ovvero all’appello – con un clic che eguaglia per semplicità un’alzata di mano. Il passaggio successivo per il soggetto multimediale è quello di recarsi nell’atelier Zarraluki-Roset a Barcellona per prestarsi a diventare oggetto reale di questo sacro pasto che è il rapporto tra corpo e ritratto. Si potrebbe quasi pensare ad una curiosa seduta psicanalitica dove anziché motti di spirito e associazioni d’idee si punti l’attenzione su nasi e fisionomie di sconosciuti. Chissà che il modus operandi non avrebbe divertito Freud e Lombroso. Il risultato comunque è un’indagine del personaggio di grande impatto, quasi che lo sconosciuto si rivelasse per qualche motivo più magnetico del necessario, che stupisce lo spettatore nel ritrovare la propria connaurata attitudine a sondare l’intensità di sguardi e gesti del passeggero accanto in viaggio sul metrò.

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> VAN CONIGUIM. Dal post alla tela
a cura di Alessandro Chiodo ed Eena Saccardi, testo di Matteo Bondioli

Loppis OpenLab, via La Spezia 90, Parma
fino al 6 giugno 2015
martedì – sabato h10.00 – 19.00