Meister Eckhart, Dio è Alto Nulla

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Parigi val bene una messa. Ebbene, nel Medioevo ne valeva più d’una. MeisterEckert_AuE che messe: tra il 1293 e il 1302 fu un giovane frate domenicano passato alla storia con l’appellativo di Meister Eckhart a salire più volte sul pulpito della chiesa dei domenicani. Il tutto è segnato nei registri. Rampollo di una piccola nobiltà della Turingia, Eckhart insegnava alla Sorbona, la prima facoltà di teologia in assoluto. A quei tempi, se il cuore della Chiesa era a Roma il cervello stava a Parigi.

Meister Eckhart è un alfiere della mistica cristiana. Per lui Dio è un totale ineffabile, eppure nasce nel profondo dell’anima dell’uomo, sua copia imperfetta: questi lo comprende con un atto dell’intelletto sopra razionale. “Chi ha realizzato Dio sente il gusto di tutte le cose in Dio”, scrisse nelle sue prediche, ma lo fa attraverso una prassi della coscienza. Perciò a secoli di distanza Schopenhauer con la consueta libertà lo accosta al Buddha. Ma non andiamo troppo lontano, restiamo in Occidente per rammentare che il suo pensiero fu ripreso durante la Riforma e che Hegel, Fichte e Schelling lo consideravano un padre della loro speculazione.

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Meister Eckhart, Le 64 prediche sul tempo liturgico, Bompiani, 2014

E’ quindi da ritenersi un avvenimento nel panorama editoriale italiano la pubblicazione integrale de Le 64 prediche sul tempo liturgico nella collana Il pensiero Occidentale di Bompiani (a cura di Loris Sturlese, pagg. 926, € 40,00). Eckhart scrive in alto tedesco medio, qui riportato a fronte, poiché rifiutava l’uso del latino con un primo atto di aperta ribellione verso il sud.
La sua filosofia delinea una nuova idea di dignità umana basata sull’esercizio dell’intelligenza, vera scintilla divina nell’uomo, ed è tutta compresa in queste nobili pagine. Un viatico per scoprire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che non c’è pensiero europeo che non sia debitore della teologia cristiana.