Lāabito signori. E che abito! Un indumento ĆØ quasi una condotta (psicologica, morale) ĆØ una pratica e non cāĆØ luogo migliore della finzione per far sƬ che āfaccia il monacoā, e dove se non al cinema?
Ora avete modoĀ diĀ ammirare le opere dei migliori costumisti italiani che hanno creato abiti per il grande schermo e hanno contribuito generosamente alla riuscita del film che hanno āvestitoā. La mostra I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumisti per il cinema a Palazzo Braschi in Piazza Navona a Roma fino al 22 marzo, visibile dalle 10 alle 19, vi darĆ la possibilitĆ di ammirare e sognare con la mostra un secolo di cinema attraverso un eccellenza italiana che ha fatto incetta di oscar: da quello alla carriera nel 2003 del caposcuola Piero Tosi che se ne aggiudicĆ² uno per Romeo e Giuletta di Zeffirelli nel ā69 e nel ā77 con Casanova di Fellini, ai tre di Milena Canonero, con Barry Lindon di S. Kubrick, per Momenti di gloria e la Marie Antoniette di Sofia Coppola.
Curata dalla Fondazione Cineteca di Bologna ed Equa, la mostra ĆØ arricchita da bozzetti, disegni, documenti, fotografie e naturalmente le sequenze cinematografiche dove gli abiti piĆ¹ celebri si mostrano in tutto il loro splendore, icona su icona, come lāabito di Claudia Cardinale nel Gattopardo, o quello virginale di Audrey Hepburn in Guerra e pace, o Alberto Sordi nel Marchese del Grillo, la lista sarebbe lunghissima.
Ā«CāĆØ un dialogo tra gli abiti esposti e le opere di Palazzo BraschiĀ», spiega Gianluca Farinelli direttore della Cineteca felsinea, e non cāĆØ solo il passato infatti Ā«tra gli abiti, quelli di un film che si eĢ appena finito di girare: i costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini per il nuovo film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti. Unāopera che ancora deve vedere la luce dello schermo, e i cui abiti ci ricordano che la storia del costume cinematografico italiano ha radici antiche e un promettente futuroĀ».
Dieci sale di magnifico splendore dove lāalto artigianato e la cura della maestria della scuola italiana ci accompagnano verso il salone dedicato alla Sartoria Tirelli Ā«a cui abbiamo dato carte blanche, per festeggiarne il cinquantenario, nella scelta degli abiti e dei film da rappresentareĀ» per chiudersi con la stanza dedicata agli incantevoli abiti di Milena Canonero per Marie Antoinette, nel cuore dellāesposizione permanente