Massimo Fini: “Renzi. E Obama. Due poveretti!”

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Una passione per i perdenti, gli oscuri, i  presunti cattivi. Un interesse per i lati poco indagati o indagati male di storia, antropologia, geopolitica. UMassimoFiniIntervistan certo anti-modernismo di fondo che non è mai diventato mentalità reazionaria. E la convinzione che le categorie di destra e sinistra siano un’eredità ormai da dismettere. Questo è Massimo Fini. Di padre toscano e di madre ebrea russa, brillante ediorialista e inviato per il Giorno e l’Europeo. Compagno di scorribande di Vittorio Feltri all’Indipendente, ora editorialista de Il Fatto Quotidiano. Autore di saggi controcorrente. Siamo andati a trovarlo per una chiacchierata su Nerone, che poi è andata per conto suo. Lo spettacolo di Edoardo Sylos Labini,  che  tornerà in scena al Manzoni di Milano per Expo, prende titolo, argomento, e impostazione proprio da un saggio di Fini: Nerone. Duemila anni di calunnie (Marsilio, pp 267, Euro 12) “Della piéce mi ha colpito la drammaturgia, la scrittura. Era molto difficile fare una sceneggiatura di quest’opera, soprattutto avendo scelto di valorizzare Nerone e Seneca. Nonostante la modernizzazione degli ambienti siamo all’interno di una storia a pieno titolo romana” racconta Fini a ilgiornaleoff.it.

MANZONI CULTURA 15 DICEMBRE: INCONTRO CON MASSIMO FINI E PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Qual è il significato storico di una figura come Nerone?

Nerone è stato un principe rinascimentale calato nella storia romana. Con visioni molto ampie in tutti i campi, ma nato con troppi secoli di anticipo. Da un punto di vista politico fa parte di una linea che parte da Catilina, che tenta di tagliare un po’ le unghie ai “fannulloni” (come li chiama lui) del Senato, e di dare una dignità alla plebe.

E’ una costante della storia romana, dalla crisi della Repubblica in poi: chi vuole il comando cerca di bypassare il Senato e di farsi amica la plebe. Populismo?

Due imperatori, Caligola e Nerone si interessarono alla plebe per riequilibrare le forze. Nerone di più. E infatti fu amatissimo dal popolo che continuò a portare foori a lungo sulla sua tomba, aspettandone il ritorno. E nei decenni successivi ci furono ben tre falsi Nerone che si presentarono come la sua reincarnazione. Come statista Nerone ebbe una visione molto ampia. Volle abolire le imposte indirette ma senza aumentare quelle dirette attraverso una politica keinesiana di grandi lavori pubblici. Non aveva grande voglia di fare l’imperatore: Nerone era un amante delle arti. Ma ebbe il suo peso anche come uomo politico.

Da un certo momento in poi gli imperatori usano la cultura per realizzare il loro progetto politico. Augusto fa scrivere l’Eneide, Nerone usa molto gli spettacoli del circo…

Ma mentre il tentativo di Augusto è elitario quello di Nerone no: nell’anfiteatro ci andavano tutti. Augusto era una sorta di proto-democristiano: governava per l’aristocrazia. Un personaggio abbastanza spregevole, tuttosommato.

Seneca. Viene citato ancora oggi come saggio universale, mentre sembra di capire che a lei fa abbastanza orrore. Perché?

E’ il classico personaggio dalla doppia morale. Faceva prestiti a usura in proporzioni pazzesche. Una delle guerre che a Nerone tocca fare nasce perché Seneca richiede ai Britanni il rientro immediato di dieci milioni e mezzo di sesterzi. E anche come pensatore, Caligola lo definisce “sabbia senza calcina”. E’ un ottimo divulgatore dello stoicismo. Ma non va al di là di questo.

Questa sua mania per vedere i lati oscuri dei personaggi positivi, anche nell’attualità. Qualche anno fa stroncò Emma Bonino, che si era introdotta nei reparti femminili di un ospedale afghano con un codazzo di uomini

Lì la Bonino era da frustare con le verghe sacre. Bisogna tenere conto della cultura del paese in cui si entra.

Altre buone fame di cui diffida?

Per esempio quella di Matteo Renzi. Del tutto basata sul virtuale. Non c’è nulla di concreto che la giustifichi.

Renzi recentemente è andato da Barack Obama.

Obama quando è venuto in Italia l’unica cosa che ha saputo dire era che il Colosseo è più grande di un campo da baseball. Ma sono due poveretti che non contano più nulla di fronte a Cina, Russia e altre potenze emergenti mondiali. Comunque sappiamo com’è la storia…

E com’è?

Il solito tributo all’alleato presunto importante. A proposito, in Italia l’unico che ha tentato una politica autonoma è stato Andreotti. Ha fatto una politica di avvicinamento al mondo mediterraneo, anche molto abile e molto coraggiosa. In un altro paese sarebbe stato un grande statista. Nel nostro è stato a metà un grande statista e a metà un delinquente. Perché purtroppo in Italia non può non andare cosi. Il giornale per il quale scrivo insiste sul parallelo Andreotti-belzebù, i contatti con la mafia…

E non li aveva?

Ce li avevano tutti. Anche l’integerrimo Ugo La Malfa aveva il suo uomo in Sicilia, Aristide Gunnella, che era un mafioso…

Bisogna prendere i voti al Sud…

Certo. E poi, è noto che la mafia assume il potere che assume perché gli americani l’hanno usata come appoggio per lo sbarco in Sicilia. L’unico regime che l’ha davvero combattuta è stato il fascismo. Un regime forte non può accettare che ci sia all’interno un altro regime forte. Che poi è il motivo perché Saddam Hussein detestava Bin Laden, e quest’ultimo in Iraq non c’è mai stato.

E a questo punto parliamo di geopolitica. Quest’Europa che si preoccupa tanto di osteggiare la Russia, mentre infuria la guerra dell’Isis, è legata a una contrapposizione da guerra fredda, ormai vecchia?

Assolutamente stupida. Avremmo dovuto prendere le distanze dagli Usa col crollo dell’Urss. Fino ad allora il legame aveva avuto un senso. Ma come dice Luciana Littizzetto (a volte i comici dicono meglio) “Ma quand’è che scade il mutuo?”. Oggi sarebbe molto più ragionevole una vicinanza con la Russia, che ci è più vicina geograficamente e culturalmente. La Russia è Europa.

Ma perché l’idea del dialogo con la Russia ce l’ha solo gente di destra, anche estrema, mentre la sinistra è in blocco filoamericana? Non le sembra un paradosso?

La destra (parliamo in generale, banalizzando) ha una concezione individualista, è più libera in certe cose. La sinistra sconta ancora il materialismo storico, è collettivista, non riesce a staccarsi dalle sue categorie(tte). E poi chi governa (al momento la sinistra) pensa solo al qui e ora. E vengono fuori disastri, come il fatto che gli Usa ci abbiamo trascinati nella guerra in Libia. Totalmente autolesionista. O nella guerra alla Serbia. Ce la siamo presa con un paese cristiano ortodosso. Attaccare questi per favorire la componente musulmana nei Balcani non è stata una cosa intelligente. Ora in Kossovo e in Albania sono cresciute cellule di radicalismo islamico che ci possono colpire in ogni momento.

Lei si definisce un “onesto pagano”. Non è certo un cattolico. Le domando: c’è un fondamentalismo laico? Ci sono i Mullah del laicismo?

E come no? L’altro giorno ho pubblicato con gran dispetto del mio direttore una frase di un leader della rivoluzione francese come Louis Antoine de Sant Just: “La verità è una sola, può essere ammesso solo il partito che si riconosce in questa verità. Tutti gli altri devono essere soppressi”. Il gene del totalitarismo laico c’è già. E oggi si è fatto carne. E sta in questa convinzione che il mondo occidentale sia migliore e abbia il dovere di imporre i propri valori agli altri mondi. Lo scontro che c’è adesso in Iraq è lo scontro tra due totalitarismi, laico e religioso.

E questo fondamentalismo laico esiste anche in Occidente? Per esempio col controllo del linguaggio, completamente asservito alla correttezza politica? Non si può più dire “frocio”.

Non si può più dire “finocchio”. Sono infinite le cose che non puoi più dire in Occidente. E’ una cosa orwelliana, è un aspetto del totalitarismo più complessivo. Questa società di fatto (e credo di poterlo dire) non tollera idee che siano sovversive. E’ un sistema soft di totalitarismo. Non si può parlare di cos’è veramente la donna oggi, per esempio.

Ecco, le donne. Lei ha fama di essere un grande cultore della femmina.

Della femmina, non della donna.

Che vuol dire?

Che non amo la donna. Amo la femmina. Conosco donne che arrivano a 36 38 anni e si accorgono che è tardi per avere dei figli, e rimpiangono di non averne avuti. Si guardi in giro. Non si vedono che cani, e niente bambini. Non esiste più la parte materna-accuditiva, che è pure importante. E’ anche vero che contemporaneamente il maschio non fa più il maschio.

E questo dove si vede?

L’altro giorno ero al bar. Passa una bella donna, vistosa. Un operaio le fa un fischio. Lei lo fulmina con lo sguardo. Poi, quando passa davanti a me, dico alla ragazza: “signora, rimpiangerà il giorno in cui non le faranno più questi fischi”. La sovrastruttura donna ha molto compromesso la struttura femmina.

Bene. Adesso la frittata d’Occidente è fatta. Cosa fare? Cosa consiglierebbe a un giovane per non restare incastrato sotto lo spirito del tempo?

C’è chi cerca di scappare. Chi se ne va in una cascina. C’è chi si arruola nei fondamentalisti. Uno scrittore può cercare di svegliare le coscienze. Ma il pessimismo non permette di indicare una via d’uscita. Ma non dipende da noi. Questo mondo, come tutti i mondi totalitari imploderà su se stesso.

LEGGI ANCHE L’INTERVISTA DI EDOARDO SYLOS LABINI A MASSIMO FINI

22 Commenti

  1. Fini sei un paraculo di dimensioni spaziali.
    Sei solo un’ernorme immane perdita di tempo

  2. Persona di assoluta libertà intellettuale. Fini è davvero una voce da ascoltare sempre.

  3. Che tristezza pensare che il totalitarismo sia non poter piu’ dire “frocio”, che tra l’altro si puo’ dire se proprio uno non puo’ farne a meno. Fare il Bastian contrario sara’ anche liberatorio ma non necessariamente e’ segno d’intelligenza.

  4. Alessandro, era un modo di dire popolare e comune il mio, un sempio…l o si dice anche x tanti politici no, si diceva x d’alema e altri.. non ha mai fatto un tubo in vita sua, mentre Berlusconi e’ un imprenditore che si e ‘ fatto da solo! Mi sembra che IL Dottor Fini sia più un abile cazzeggiatore e non un giornalista attivo che persegua un vero fine, addirittura chi a rischio della propria vita, Siani Tobagi… tanto x fare un esempio

  5. Fini in fondo dice le stesse cose di Michel Houellebecq, ma Houellebecq le dice meglio.
    Ma non sono d’accordo che il mondo occidentale non sia migliore di altri mondi.

  6. Resto basito nel leggere tanti commenti sciocchi, inutili e fastidiosi.
    Gli italiani hanno smesso di fare figli negli anni 80-90, dunque non ha nulla a che fare con la crisi, semmai è esattamente il contrario, il benessere e, in molti casi, la ricchezza, fanno si che uomini e donne abbiano solo voglia di godersi la vita e non di impegnarsi con i figli, di smettere di uscire la sera, di fare vacanze esotiche, per restare in casa con un frugoletto. Da che mondo è mondo sono i popoli poveri che fanno tanti figli, vedrete che, se la crisi continuerà per molto, cambieranno anche le abitudini degli italiani e torneranno a fare figli, magari non come negli anni 50, in cui non c’era la televisione attuale a far concorrenza al sesso coniugale, ma più di oggi sicuramente.
    Per quanto riguarda certi commenti di comunisti o ex tali, che hanno ancora ben inculcata quella mentalità, beh… non c’è niente da fare, non cambieranno mai, perché prima di cambiare bisogna riconoscere l’errore e loro non vogliono riconoscerlo, l’unica mia speranza è che muoiano senza far troppi danni e non vengano rimpiazzati da giovani coglioni.

  7. personalmente credo che il nome nerone s’addica proprio allo stato attuale e la banda di non eletti di questa legistratura!

  8. Ritengo che fini esprima una sua opinione,certamente alcune cose vanno approfondite ma,credo che gli Italiani debbano cambiare rotta,ci sono troppe cose che non vanno.Credo che l’esempio del meccanico sia sbagliato,oggi corriamo il rischio di non avere piu artigiani,nascere ricchi o poveri non dipende da noi.Sono d’accordo che non fare figli dipende dal fatto che non si puo avere un future.L’intelligenza non ha nessun rapporto da quale famiglia si nasce anzi……

  9. le stesse parole vado dicendo da mesi e mesi…. ed è triste vedere la conferma persino da giornalisti di come massimo fini….

  10. Fermo restando che in democrazia, quella vera, é fermo il diritto di: Non sono d’accordo con quanto dici ma difendo con la mia vita il tuo diritto a dirlo.
    Non capisco cosa c’ntri il riferimento al mecanico, al culo nell’olio . Veramente retritivo del pensiero libero. Ancora on questi dogmi fasulli. Ognuno fa il percorso di vita che puo’, o, se é fortunato, che vuole. Conosco meccanici, fabbri, muratori, elettricisti e, udite udite, anche idraulici, tutti contenti della loro professione. Conosco anche insegnanti, impiegati, gente stipenddiata che é sempre e comunque scontenta. Ma é proprio cosi” difficile riconoscere dignità nel lavoro altrui?
    Mi rendo conto pero’ che la mia velata critica, se critica vuol essere,é viziata dal fatto che io vivo ormai da oltre 10 annni nel sud della Francia. Altro mondo, altra vita, altra concezione del comune esistere.
    Saranno nazionalisti i francesi ma, che popolo, e come diea il povero Aiazzoe “” Provare per credere” che io cambiarei in “PROVARE PER IMPARARE”

    • Azzo… belli i francesi, non hanno mai inventato nulla, forse per questo ti piacciono… ahahahahah

  11. Oggi uno spazio, una visibilita’ la puoi trovare solo cavalcando l’anticonformismo e tutto quello che e’ anti. Ovvio, come certi pensieri.

  12. Be’, la storiella del bar, della bella donne e dell’operaio che le mostra compiacimento fischiandola, è vecchia… L’ho sentita raccontare da Fini altre volte… No, non è stato l’altro giorno come dice…

    • E che banalita’ sessista!
      Ma del resto la mente di questo individuo e’ intelligente, ma formata in un terreno omofobico regressivo ottocentesco.

  13. non sempre è necessario condividere ciò che uno scrive, importante è riconoscere l’onestà intellettuale di scrive che, se alimenta il dibattito ha raggiunto lo scopo, quello di ragionare

  14. Non concordo con tutto quello che dice Massimo Fini, ma con al maggior parte sì. E’ una persona che si riconosce ancora il diritto di pensare e sbagiare con la propria testa. Onore a lui ed al Giornale che gli da spazio.

  15. Scusami von Katze izidoren, non condivido neanche io la maggior parte delle cose che ha detto Massimo Fini però c’è una tua frase che la dice tutta su una concezione piuttosto “comunista”, passami il termine, della vita ovvero: “..non conosco la tua storia mna non m idai l’impressione di colui che si e sporcato le mani di grasso a fareil meccanico, sei e probabilmente sempre stato un borghese cresciuto come is dice dalle mie parti con il CULO NELL’OILIO ..fatti un bel bagnetto d’umilta’ qualche volta che non ti fa male.”

    Ecco, mi piacerebbe sapere perché chi non ha mai fatto il meccanico, o altro mestiere operaio, non abbia diritto di parlare di alcune cose o se ne parla dice cose sbagliate.

  16. caro Massimo Fini bastian contrario di sempre l’individualismo porta al menefreghismo e la materialismo e io preferisco il collettivismo e non x forza occorre essere di sinistra… prima cazzata
    seconda super cazzata ma ti rendiconto di crisi e precariato nel lavoro??? ecco perché nascono meno figli altro che cani e gatti li mantieni tu? checertezze hanno i giovani d’oggi ..non conosco la tua storia mna non m idai l’impressione di colui che si e sporcato le mani di grasso a fareil meccanico, sei e probabilmente sempre stato un borghese cresciuto come is dice dalle mie parti con il CULO NELL’OILIO ..fatti un bel bagnetto d’umilta’ qualche volta che non ti fa male.
    Be dai a volte dici anche cose sensate.. beato te che x vivere non hai mai dovuto lavorare.

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