Tutto ciò che è bello è erotico

0

Il dialogo senza tabù e senza veli di Fausto Foddai con le sue modelle…

di Laura Coccoli

Chiudete gli occhi. Svuotate la testa dai vostri pensieri e create uno spazio vuoto e silenzioso, un non luogo sospeso fuori dal tempo. Ora, provate a immaginare una figura femminile davanti a voi. La testa buttata indietro, una cascata di capelli che ne sfiora la pelle. Un braccio alzato e la schiena che si inarca evidenziando le scapole, le costole, la spina dorsale per tutta la sua lunghezza. Il profilo di un seno tondo che rimanda al vuoto creato dall’incurvatura dei lombi. Una gamba tesa, puntata, che definisce ogni muscolo, il polpaccio, la coscia, il gluteo. Il vostro sguardo non può fare a meno di correre lungo tutte le morbide linee della sua contorsione. Ora aprite gli occhi e vi troverete di fronte alle donne di Fausto Foddai.

Per il fotografo di origine sarda trapiantato a Milano, la bellezza femminile «è la massima espressione di bellezza in natura». Bellezza intesa non solo esteticamente, ma anche e soprattutto interiormente. Ecco perché, prima di arrivare in studio, prima di farle spogliare davanti al suo obiettivo per la prima volta, Foddai ama conoscere profondamente – e comunque in modo incontaminato – le sue modelle, parlando con loro e creando un rapporto intimo e di estrema fiducia, anche e soprattutto attraverso una comunicazione empatica, aperta e senza tabù. Il suo è quindi un lavoro di scoperta e allo stesso tempo celebrativo non solo dell’aspetto esteriore, ma anche dell’emozionalità di chi ha di fronte.

Nei suoi scatti, il confine tra la rappresentazione femminile e la fotografia erotica è sottile, se non del tutto assente. «Non si può prescindere dall’erotismo: in natura, tutto ciò che è bello veicola l’erotico». Per tanto anche uno sguardo, un primo piano, una figura intera completamente vestita possono essere immagini contenenti una forte carica erotica. Al fotografo resta il compito di immortalare tutto questo, arrivando attraverso una sorta di educazione e disciplina a «non contaminare l’interesse fotografico con il desiderio fisico».

Questa sorta di desiderio continuamente differito si delinea chiaramente in un portfolio che, sebbene intimo ed erotico, lascia trasparire un approccio quanto mai rispettoso della figura femminile e un atteggiamento di massima delicatezza. E’ una sensualità diversa quella che si percepisce dagli scatti di Fausto Foddai: una sensualità sussurrata perché l’erotico è nell’occhio – e nella testa – di chi guarda. Il soggetto è messo su un piedistallo, il fotografo diventa alterego della modella e non viceversa e la carica dell’immagine passa attraverso una commistione di sensazioni, attraverso gli ammiccamenti di cose viste solo a metà o solo accennate.