Siciliano a New York, emigrato di lusso

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BernardoSiciliano-557x262-crespiBernardo Siciliano è un tennista italiano emigrato negli Usa. In verità fa il pittore, ma per sbaglio, come dice lui, perché avrebbe voluto essere Agassi. Calca tutti i giorni il tennis court, strigliando e facendosi strigliare da un amico. Tanto per far capire lo spirito, una delle sue opere recenti più impressive, era una crocifissione di stampo antico in cui l’incrociato era appunto il suo consueto avversario di match. Come secondo sport fa il maratoneta: nel senso che per dipingere alla sua maniera – trompe l’oil da lontano e pittura frenetica da vicino – cioè tutto il contrario di un iperrealista, bisogna macinare chilometri tra il cavalletto e il punto di vista del futuro fruitore. Il terzo mestiere è appunto il pittore.

Bernardo, classe 1969, è figlio d’arte. Figlio di Enzo, grande scrittore e critico della Roma che fu, sodale di Pasolini e Moravia. Per crescere senza il peso della sua schiatta, ha deciso di trasferirsi ormai quasi venti anni fa a New York. Lì si è sposato, ha avuto una splendida figlia, e tiene studio a Dumbo, ovvero Down Under the Manhattan Bridge Overpass (Sotto il Manhattan Bridge), zona chic di Brooklyn.

Bernardo disegna ossessivamente quello che vede dalla finestra, paesaggi urbani di grande qualità e bellezza: cieli plumbei sopra lo skyline, oppure infilate di finestre, scorci di strade tra palazzi. Talvolta fa ritratti, bellissime donne nude, corpi che nell’espressione pittorica trovano un proprio definitivo senso: ha esposto in mezzo mondo, talvolta anche in Italia, Roma, Milano, alla Biennale

Non fraintendiamo però: Bernardo non è un pittore neyorkese, benché lì abiti e quel paesaggio rappresenti. E’ ancora legato profondamente a Roma, alla sua terra, alla campagna di Todi, agli amici italiani che gli sono fedeli e quando passano per the big apple non mancano di condividere un pasto con lui, guarda caso al ristorante sotto casa, rigorosamente pugliese.

Forse stare lontano è un modo per desiderare di più quello che si è lasciato.