Come reinventarsi lo spogliarello

0

Dalla Dietrich a Sophia Loren , tacchi alti e guepiere per la regina dello spogliarello

di Grazia Sambruna

La pistola se ne sta lì, tatuata nell’esterno coscia della sua gamba destra, dentro un reggicalze. Pronta a sparare. Janet ha una passione che la fa volare in giro per il mondo, si chiama Burlesque. Tra Londra e Parigi, i metal detector non si allarmano al suo passaggio, sottovalutano, tanto per cominciare, la pericolosità dei suoi vertiginosi tacchi a spillo. Bang bang, my baby shot me down.

Janet Fischietto è stata bambina. All’età di sei anni, ad esempio, voleva indossare solo abitini rosa. Più tardi avrebbe imparato a spogliarsi di tutti i colori. Su un palco coi suoi lustrini, i boa di struzzo, le guêpiere. “Sono sempre stata una ragazza un po’ sopra le righe”, racconta lei, che è nata a Usmate Velate nella Brianza più profonda e che ora vivrà fino a settembre prossimo a Shanghai dove sono lieti di vederla seguire le forme di Dita von Teese. Come lo furono a Berlino settimana scorsa.

Il Burlesque è gioco, scherzo, parodia nascosti dietro ad un paio di sbarluccicanti nipple tassles. Nasce in Inghilterra nel diciottesimo secolo e negli ultimi anni è tornato alla ribalta come se volesse fermare il tempo. O solo renderlo più divertente. Janet, così, salta da un’epoca all’altra come più le piace: è una cigarette girl che lavora in uno storico cinema degli anni Venti del Novecento, poi un’indiana d’America, una santa, una diva, una trapezista che si contorce nell’aria strabiliando il pubblico con incredibili evoluzioni. Facile come bere un bicchiere di champagne. E poi tuffarcisi dentro. 

Ma senza fretta, sinuosa. Janet impiegò un anno ad ideare il suo primo spettacolo di Burlesque, doveva essere tutto perfetto. E quella sera, su un palco di Milano, lo fu. Grazie anche all’eleganza che da sempre le ispirano personaggi tanto diversi quanto compatibili tra loro per fascino e carisma: da Sophia Loren e Marlene Dietrich fino a Gabriele D’Annunzio e Federico Fellini, passando per Georges Méliès. E il suo Voyage dans la lune Janet lo sta facendo ora con una valigia piena di paillettes. Che poi, a ben guardare, sono polvere di stelle.

27.05.2014