Pietro Menditto Filmmaker de The Abramović Method

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di Sarah Palermo – Officine International

In esclusiva per ilgiornaleOFF conosciamo meglio Pietro Menditto, un fashion, interiors e lifestyle photographer, che nel 2012 ha seguito con un suo video il grande progetto di Marina Abramovic al Pac di Milano.

Menditto si racconta: “Sono cresciuto, non solo professionalmente, nel decennio dei ’90 con le “supermodels” Naomi, Cindy, Linda, quando la fotografia di moda era nel pieno del suo glamour e io nel mio ruolo di assistente fotografo, scattavo anche ed ero nel mezzo del fashion crowd con le sue luci e ombre, tante ombre. Poi il mondo cambia, guai se non fosse così, le Twin Towers, il digitale, internet, youtube, la transizione dall’analogico al digitale è stata drammatica. Cosa mi è rimasto? La sensibilità, gusto, cultura, eleganza” Da buon partenopeo espone il suo legame con l’Abramovic, S.P: “Com’è arrivato all’impetuosa artista serba, grande icona internazionale?” – risponde P.M.: “Cosa c’azzecca questo con la fotografia che faccio adesso per le riviste e in particolare con il video di Marina Abramovic di cui parliamo oggi? C’azzecca, c’azzecca. Di lei come artista ovvio che la conoscevo, ma quando si presenta l’occasione di fare un video su di lei, di particolari della performance ne ho solo una vaga idea. So solo che verranno coinvolti 21 partecipanti. Di fatto vengo a scoprire i dettagli il giorno dello shoot. Capire, interpretare, intuire, decifrare, rielaborare ecco dove porta il mio percorso professionale e di vita. Il video di Marina è il prodotto di tutto questo. La scelta del bianconero, il fuori fuoco come senso di straniamento, i suoni che ho trovato per raccontarlo, intuizioni che mi sono venute senza fatica. Tutto questo con una dotazione tecnica da filmmaker indipendente, notoriamente squattrinati, con una piccola camera Dv. La produzione non permetteva altro.”

S.P.: “Cosa pensa della fotografia contemporanea?” – P.M.: “Quante cose banali, per non dire oscene, ho visto fare con le ultime novità cutting edge tecnologiche. Spreco di denari, o meglio, si arricchisce chi offre il supporto tecnico e di postproduzione. Per carità, avere una camera e un team capace di sfruttare ciò che la tecnologia offre aiuta, ma non è tutto. La contaminazione tra le arti e le culture nasce molto prima dell’era internet e la moda e la foto di moda ne sono stati testimoni. Avendola bazzicata mi viene facile spostarmi dalla foto al video e soprattutto affrontare diversi generi con i due mezzi. Nella fotografia sono figlio dell’estetica snapshot dei magazine anni ’90, The Face e ID, ma anche di ELLE e MarieClaire. Può sembrare un ossimoro ma non lo è.”

 

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