Da Aron Demetz alla Stocker in Val Gardena i re del legno

0

Tra Ortisei e Selva tanti artisti ormai conosciuti anche in America.

di Luca Beatrice

C’è persino il dubbio che sia Italia quell’angolo estremo al confine, dove tutto funziona, il PIL regge, nelle scuole si parlano tre lingue e si ha l’impressione di trovarsi in Europa. Ciò che stupisce è che in Val Gardena non ci sono solo stazioni sciistiche e bravi artigiani ma un numero davvero importante di artisti che hanno cominciato a esporre regolarmente in patria e all’estero, Germania e Stati Uniti soprattutto. Il segreto del successo? Partono dalle proprie radici, non rinnegano la matrice culturale e corrono il rischio di muoversi sul confine tra perizia manuale da bottega e ambizione concettuale.

Tra Ortisei e Selva di Val Gardena in un solo fine settimana ho visitato almeno dieci studi-laboratori di artisti, accompagnato dalla gallerista Doris Ghetta che lavora con diversi di loro proponendoli in un contesto internazionale, per esempio alla fiera di Miami. La stragrande maggioranza usa il legno, materiale tradizionale di un luogo dove l’americano Jeff Koons veniva a farsi produrre le sue sculture dai migliori tecnici del mondo. I nomi? Aron Demetz, che invitai alla Biennale di Venezia nel 2009 e che da allora è cresciuto esponenzialmente con una ricerca sempre più sperimentale. Suo cugino Gehard sta ottenendo uno strepitoso successo in America ed è programmata a breve la sua seconda mostra alla Jack Shainman Gallery di New York. Fa di cognome ancora Demetz, Peter, ma non è parente, autore di raffinati teatrini in legno dove utilizza anche la luce.

Le classiche figure allungate di Walter Moroder, in scultura ma anche in pittura, sono attualmente in mostra al Kunst Merano Arte. Tra i più contemporanei, come stile e ricerca, segnalo Thaddaus Salcher, che il 4 settembre inaugura la personale alla Galleria Civica di Bressanone: nel suo lavoro concorrono installazione, suono e fotografia.

Di una generazione precedente sono invece Willy Verginer e Bruno Walpoth, nati negli anni ’50, maestri da cui i giovani sono stati a bottega imparando i segreti del legno: rispettarlo, saperlo interpretare, leggerne la storia e trasferirlo in immagine. Senza contare Esther Stocker, autrice di interessanti wall painting astratti, forse l’unica a staccarsi completamente dalla tradizione.

Gli enti pubblici hanno compreso il potenziale di questa terra d’arte e hanno deciso di rafforzare un’iniziativa espositiva biennale – la prossima si terrà nel luglio 2014 nel centro di Ortisei – dove artisti locali si confrontano con ospiti nazionali e internazionali. Unica regola: usare il legno e lavorare in situ.