Umberto Smaila ed Edoardo Vianello. Due grandi della cultura pop italiana intervistati da Massimiliano Beneggi sul numero di CulturaIdentità in edicola
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Due nomi accomunati dalla critica al politicamente corretto, alla censura, all’ipocrisia della cultura woke.
«Sono certo che il conformismo durerà poco» afferma Smaila, commentando le ultime follie del politicamente corretto e ricordando gli anni Ottanta, quando la sua carriera prendeva la volata nelle tv del Biscione per poi arrivare al piccantissimo “Colpo Grosso”: «Silvio Berlusconi non ci impose mai cosa dire e cosa non dire in TV».
«Le mie canzoni sono sul filo del rasoio tra l’essere idiote e l’essere geniali: in questo modo le rendo più importanti» spiega Edoardo Vianello, la cui celeberrima “I Watussi” ha rischiato la cancel culture per quello scorretto – oggi – “altissimi negri”: «Non fu un’offesa per nessuno all’epoca, perché dovrebbe diventare retroattiva?». Una risata seppellirà il politicamente corretto.