“Il cinema è un mezzo di educazione per difendere il Pianeta” intervista a Paolo Santamaria

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Il Festival Cinema e Ambiente torna ad Avezzano con il tema ambientale de “La Sete”, una delle piaghe più tristemente note del nostro tempo. 41 film in concorso tra corti e lungometraggi. Si spazierà tra il genere fiction, documentaristico e di animazione; oltre 50 registi coinvolti; 13 anteprime italiane e 2 anteprime internazionali; 13 Paesi rappresentati in quattro sezioni e un Concorso per sceneggiature a tematica ambientale. 4 le sezioni in cui si articola il concorso: “Nessun Pianeta B” (in concorso 11 cortometraggi e 3 lungometraggi), “Il respiro della terra” (9 cortometraggi e 3 lungometraggi), “Mondi lontani” (9 cortometraggi e 2 lungometraggi) e “Zanne e sangue” (9 cortometraggi e 2 lungometraggi).

Le opere che partecipano arrivano da: Italia, Brasile, Messico, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, India, Paesi Bassi, Libano, Svizzera.

In programma gli Eventi Speciali: La mostra “Guadi” di Marco Borgarelli; si continua, con la proiezione di “A Journey Into Diamante – The Blue Goddess” di ETT Gruppo SCAI e del Comune di Diamante. Terzo evento, La mostra “Life Safe Crossing” .

La VII edizione ha esordito lunedì 12 giugno e si concluderà il 18 giugno, sotto la direzione artistica del regista Paolo Santamaria e la collaborazione straordinaria di una giuria di esperti del settore e una internazionale di 20 giovani under 25. Abbiamo chiesto a Santamaria di raccontarci di più del progetto e su tutte le novità di quest’anno.

Dalle sue dichiarazioni ho letto una bellissima metafora tra l’aquila che divora le carni di Prometeo e noi, che oggi rappresentiamo quell’aquila, che ogni giorno divoriamo la terra, poco alla volta. Qual è il tema centrale dell’evento?

La metafora si rifà al promo che abbiamo realizzato. L’incatenamento di Prometeo è la metafora con cui abbiamo voluto aprire il nostro evento, per via della sua stretta correlazione con il tema ambientale che tratteremo. Volevamo dare questo input a tutti i nostri ospiti, sensibilizzare sul tema ambientale che è sempre più imminente, in tanti sensi.

Ritiene sia urgente agire in tema di siccità?

Quello che noi adesso non percepiamo come un problema così grande in realtà è percepito come problematica fondamentale in altre parti del mondo ed è per questo che abbiamo scelto questo focus. È tutto collegato alla siccità. Per questo la nostra voglia è quella di porre l’accento su una problematica che come generazione saremo costretti ad affrontare.

Lei crede che il cinema abbia la forza di veicolare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e all’adozione di nuove tecniche sostenibili?

Il cinema ha questa forza. E’ letteralmente un mezzo di educazione e di formazione, specialmente per tematiche importanti quanto questa. L’analisi che può fare di determinate realtà sostanzialmente ci dà un modo per conoscerle in una maniera più soggettiva, creando una moltitudine di punti di vista.

Quest’anno, tra gli eventi speciali, ci sarà anche una mostra di Marco Borgarelli. Il tema si ricollega alla metamorfosi dell’uomo in relazione con la natura che lo circonda?

La mostra di Marco Borgarelli è un nostro evento speciale dedicata all’inquinamento. È una chiave di lettura dell’impatto che l’azione umana genera sulle superfici terrestri (che in questo caso sono artificiali, ma poi rappresentano la realtà circostante). Quando parliamo di azione umana ci riferiamo anche e soprattutto ai mezzi di trasporto, che generano sempre più gas, inquinamento e che vengono rappresentati in maniera magistrale dalla mostra di Borgarelli.

Ulteriore novità di quest’anno sarà la presenza di una giuria internazionale di 20 ragazzi under 25. Questa scelta può in qualche modo far sentire i giovani ancora più vicini, più affini, all’evento?

La volontà è stata proprio quella di creare una collaborazione con giovani volontari per renderli una giuria che potesse analizzare quello che andava ad osservare in una “lente d’ingrandimento” più generazionale. Vorremmo che i nostri messaggi si diffondessero in maniera contaminata, osmotica.

Quanto è importante  sensibilizzare le giovani generazioni su queste tematiche?

 È fondamentale, perché sono proprio i giovani che si troveranno questa problematica, in futuro. Più riusciamo a destare attenzione su questo argomento più effettivamente potremo arginare i rischi relativi alla siccità, in varie zone del mondo.