“Per fortuna e purtroppo” il diario gioioso del Califfo

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Emanuele Carioti e Franco Califano

Un rapporto professionale e umano vissuto lungo un quarto di secolo nel libro Per fortuna e purtroppo (Edizioni Progetto Cultura), in cui il giornalista romano Emanuele Carioti racconta attraverso la sua esperienza il grande cantautore Franco Califano. Ultimo cronista ad averlo intervistato nel marzo 2013, a poche settimane dal suo penultimo concerto al Sistina, prima della scomparsa, Carioti propone al lettore un diario intimo e sentito, ma anche gioioso, che si muove nell’arco di 25 anni per concludersi con quell’ultimo incontro realizzato per l’emittente T9, ripreso da diverse testate italiane e straniere subito dopo la morte dell’artista. “Quando Franco ci lasciò una grande casa editrice mi propose di realizzare un instant book – racconta – Rifiutai perché mi sembrava irrispettoso e dissi che dovevo maturare meglio il progetto. Avevo in mente un work in progress; infatti questo libro si arricchirà gradualmente di nuove interviste e testimonianze, come quella di Tomas Milian“.

Con Califano ci sono state due “prime volte”, una da ammiratore e l’altra da giornalista…

“Conobbi Franco nel 1984, quando girò nel mio quartiere il film “Due strani papà”, cui io e altri ragazzini partecipammo alle scene di massa davanti all’Istituto Papa Giovanni. Il primo incontro professionale avvenne nell’89 quando, ancora minorenne, collaboravo con un quotidiano romano. Grazie alle dritte di un buttafuori, una sera mi presentai al Piper e dopo una lunga anticamera lo raggiunsi al tavolo. Ero abbastanza emozionato. Lo chiamai “Dottor Califano” e lui mi disse “Ma che dottore? Mica so’ medico!”. Gli feci un paio di domande sul matrimonio di Maradona a Buenos Aires, dove era stato invitato, più alcune curiosità sui progetti futuri. Era dicembre e si avvicinava il Sanremo del 1990, dove Mia Martini portò la sua canzone “La nevicata del ‘56”, cambiandola in alcune parti”.

Da allora il rapporto si è evoluto negli anni. La definiresti un’amicizia o qualcosa di diverso?

“Nacque un rapporto professionale. Il gradino della scala dell’amicizia credo di averlo guadagnato solamente nel 2008. Dopo avergli fatto 30-35 interviste e presentato libri e spettacoli teatrali, Franco mi invitò a casa sua regalandomi un paio di occhiali Diesel che gli avevo chiesto negli anni ‘90 e delle sneaker dorate della Nike. Un gesto da amico; infatti mi stupì che se ne ricordasse”.

Nel libro emergono tante sfaccettature dell’uomo, soprattutto una profonda sensibilità dietro l’apparenza ruvida. La stessa che metteva sempre nelle sue canzoni….

“Dall’aspetto infatti Franco poteva apparire come una persona rude, ma poi ti accorgevi che nel suo cuore c’erano poesia e amore; anche il sorriso, sebbene fosse un uomo che quando era serio poteva mettere paura, perché ne aveva viste tante nella vita. Era un poeta tormentato, ma in modo gioioso, perché le sue canzoni comunicano sia attimi di tormento che di grande felicità. In un brano come la stessa “La nevicata del ‘56” aveva rievocato quell’evento, che fu un grande problema per Roma, come un periodo bellissimo per il nostro Paese”.

Da quel pezzo a “Minuetto”, fino alle sue “Tutto il resto è noia” e “La mia libertà”, Califano ha regalato alla musica italiana brani di sentimento, ma anche di tormento, caratteristica che l’ha reso unico fra i cantautori del suo tempo. Cos’altro lo distingueva dagli altri?

“Certe canzoni raccontavano la sua vita e poteva cantarle solo lui, come la stessa “La mia libertà”, considerata a torto per anni come un brano solo romano, da certa critica musicale che non voleva assurgere Franco a cantautore italiano, come mi disse lui stesso in un’intervista. Inoltre, rispetto a tanti altri artisti, per lui la donna è musa ispiratrice e principio fondamentale delle sue canzoni, nel bene e nel male, nella complessità di un rapporto. Oltre che per Mia Martini, lui ha scritto per tutte le più grandi voci italiane, come Mina, sua migliore amica. Importante è stato anche il sodalizio col Maestro Edoardo Vianello, col quale scoprì i Ricchi e Poveri”.

Vianello partecipa infatti al libro con una testimonianza, assieme a Pippo Franco, Alvaro Vitali e Adriana Russo. Gli introiti di “Per fortuna e purtroppo”, al 62esimo posto fra le vendite Netflix nella categoria “Biografie” su Netflix (al 64esimo in “Storie di personaggi”), sono devoluti ai clochard di Roma, in particolare della zona della stazione Roma Ostiense.