Elda Alvigini, in scena con “Bomba”: “L’autoironia è la mia cifra”

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Raggiunto il successo grazie ad una delle serie televisive nazionali più amate Elda Alvigini è un’attrice di successo che ha fatto dell’autoironia la sua cifra. Spesso si misura in spettacoli di stand up comedy, una forma di spettacolo comico dove rivolgendosi direttamente al pubblico si elimina la cosiddetta quarta parete. Fino al prossimo 12 marzo è in scena al Teatro Roma di Roma con lo spettacolo Bomba.

Sei diventata famosa grazie alla serie tv I Cesaroni ma non tutti sanno che sei laureata in lettere moderne, diplomata al Centro sperimentale di cinematografia e avevi iniziato a studiare medicina.  Che c’entra il cinema con la medicina?

Direi che per fortuna dei pazienti mi hanno presa nel cast de I Cesaroni. Io provengo da una famiglia di medici e farmacisti. Quando ero bambina le mie zie ripetevano anatomia tutto il giorno  e io, a tavola, venivo costantemente interrogata sul corpo umano: rispondevo come se avessi dovuto recitare una poesia. Ora che ci penso dovevo essere un mezzo fenomeno da baraccone ma da adulti la medicina cambia aspetto. Non sempre si studia per tradizione familiare, nel mio caso infatti ero molto attratta dall’ idea di occuparmi del mio prossimo e da una scienza dove i progressi sono evidenti e vengono fatte nuove scoperte ogni anno. Se avessi continuato penso che mi sarei specializzata in genetica visto che credo molto nella medicina preventiva. Quando siamo affetti da un male molto spesso è troppo tardi per guarire mentre attraverso la prevenzione, sostenuta dallo studio, si riesce ad intervenire per tempo e a guarire totalmente un paziente. È stata dura rinunciare alla carriera medica. I primi due anni ho provato a recitare e a studiare contemporaneamente, quando poi, insieme a Max Tortora, sono diventata a tutti gli effetti una coprotagonista della serie e non più un secondo ruolo, girando tutti i giorni non avevo il tempo né la forza di ottenere i risultati sperati. Si trattava comunque di una seconda laurea dopo quella in “storia e critica del cinema” con una tesi su Michelangelo Antonioni. Se poi vogliamo aggiungere il diploma al CSC si può facilmente delineare il profilo di una vera secchiona.

La tua carriera artistica e cinematografica si divide in una buona metà di ruoli comici e l’altra di ruoli drammatici. In quale dei due ruoli ti senti più a tuo agio?

Troppo spesso gli attori vengono divisi in ruoli: comico o drammatico, da cinema o da teatro. Per me non esiste una distinzione, piuttosto preferisco sempre lavorare sulla verità dei sentimenti. Io stessa sono una persona che tende a scrivere ruoli e spettacoli dove si ride su un fatto drammatico. Grandissime commedie che hanno portato a casa premi importanti, come “Quattro matrimoni e un funerale “, hanno il punto cruciale nel paradosso infatti in quel film, per esempio, il momento dove si ride di più è durante il funerale. Per dovere di cronaca mi sento di aggiungere anche che io non credo alla battuta fine a se stessa perché mi piace che si rida della situazione in generale. Il mio spettacolo di stand up comedy, “Saturno dietro” nasce da un momento non particolarmente felice della mia vita che dopo essere stato metabolizzato ho avuto la voglia e il coraggio di riportare in chiave comica. Essendo la protagonista dello spettacolo la cosiddetta “sfiga” io mi sono impegnata a sublimarla attraverso la risata.

In questi giorni sei al teatro Roma con uno spettacolo esilarante basato sul confronto generazionale tra GenZ e Boomer dal titolo Bomba. Cosa ti ha attratto di questo testo che la regista ti ha proposto?

La prima cosa che mi ha portato ad accettare questo lavoro è la regista in quanto Francesca Zanni. Erano anni che avrei voluto lavorare con lei. È una donna che stimo immensamente. Francesca  ha  lo stesso mio senso dell’ironia e credo che questo fatto abbia facilitato molto il lavoro. Certo mi ha lasciato perplessa quando mi ha chiesto di cantare nello spettacolo visto che io non so cantare. Comunque è riuscita a ridurre il più possibile il mio intervento canoro cosicché canto il meno possibile. Perché sono io che canto davvero e ho dovuto imparare a farlo. Ringrazio anche la mia compagna di scena, Claudia Genolini che fa le competizioni canore ed è bravissima a cantare oltre che a recitare. Ho fatto degli esercizi con lei fino ad arrivare ad incidere le canzoni. Mi sono voluta veramente mettere in gioco alla mia veneranda età. I brani in questione sono due “Bimba” la hit degli anni 80 che aveva reso famosissima la mia protagonista e “Bomba” il pezzo scritto per duettare a Sanremo con la mia compagna di viaggio. Mio padre diceva che “nella vita bisogna essere sempre studenti e mai maestri” . A me piace restare studente e grazie a questo spettacolo ho imparato, oltre che a cantare, pure a ballare visto che non nasco showgirl. Oltre a Francesca, che ha scritto un testo leggero grazie al quale ogni sera mi diverto tantissimo, voglio ringraziare pubblicamente Claudia, che mi pregio di avere scoperto e con la quale vorrei lavorare sempre d’ora in poi considerata la sua bravura. La squadra intera è fantastica e ciò non è affatto scontato nel mio ambiente di lavoro.

Pensi che i boomer siano ancora dei punti di riferimento per le nuove generazioni?

Io non sono per la cosiddetta “rottamazione” in più quelli della nostra generazione sono cresciuti studiando e conoscendo le nostre origini. Mi sembra ovvio che il progresso sia fondamentale per la crescita di ognuno, visto che ciò che ci semplifica la vita deve essere benvenuto e dobbiamo imparare ad usarlo, tuttavia ciò che noto è il deterioramento della cultura personale di questi giovani. Forse dipende dalla scuola, di certo non conoscono la storia: perché c’è il telefonino, perché c’è il Wi-Fi, a cosa dobbiamo le automobili elettriche? Probabilmente dovremmo rivalutare alcune cose anche legate all’età e ai suoi cambiamenti. L’adolescenza, per esempio è un momento nella vita in cui tutto si complica oggi come nell’antica Roma e pure credo che le persone che hanno raggiunto un’età ed una esperienza importante dovrebbero essere preservate. Il segreto per me sta nello sforzarsi di capirsi gli uni con gli altri, di generazione in generazione.