Il noir tormentato e romantico di Miriam Candurro

0

Miriam Candurro è un volto molto noto ai telespettatori essendo da tempo tra gli amatissimi protagonisti della più famosa e longeva serie televisiva italiana Un Posto Al Sole. Pochi sanno però che la passione dell’attrice risale ai tempi dell’università e riguarda la letteratura. Ecco perché oggi Miriam è l’apprezzata autrice del romanzo La Settima Stanza, un noir romantico e tormentato al contempo ma soprattutto la base certa per una sceneggiatura televisiva.

Miriam, sei diplomata e laureata, la carriera di attrice infatti è iniziata dopo essere diventata dottore in lettere classiche. Qual è dunque la molla che ti ha spinto verso il set?

La carriera di attrice è arrivata per caso. Ho sostenuto il provino per un film. Si trattava di un piccolo ruolo. I registi tuttavia devono aver notato qualcosa tanto che mi vollero rivedere per poi affidarmi il ruolo della protagonista. Non ho creduto molto a questo lavoro nonostante il ruolo che mi ha fruttato anche dei premi anzi io pensavo che la favola sarebbe finita presto e invece la carriera è proseguita fino ad oggi dove mi divido tra il set di Un Posto Al Sole e la nuova edizione de I Bastardi di Pizzofalcone. La passione per la letteratura invece mi ha accompagnato da sempre ed il romanzo non è che la naturale conseguenza del percorso di studi che ho fatto.

La Settima Stanza non è il tuo romanzo di esordio ma è il primo completamente scritto da te: si tratta di un ritorno alle origini letterarie o è un felice intermezzo causato dal lockdown?

Avendo studiato lettere penso che fosse normale tentare la strada della scrittura. Certamente però la stesura del romanzo ha incontrato il favore del lockdown grazie al quale ho avuto del tempo a disposizione per realizzare quello che desideravo fare da sempre.

Come hai scritto il tuo libro: hai seguito una tecnica, hai fatto un corso di scrittura creativa o hai seguito l’istinto?

Inizialmente ho seguito l’istinto. Successivamente però mi sono resa conto che avendo moltissimo materiale avrei dovuto realizzare quantomeno una scaletta. Ordinare il tutto per poter creare e sviluppare l’intreccio è stato fondamentale. Inoltre mi sono molto affidata al mio istinto di lettrice più che di scrittrice essendo un’accanita divoratrice di pagine stampate. Ho quindi pensato a come avrei voluto che la storia si sviluppasse e soprattutto a come avrei voluto che il racconto di un protagonista si incastrasse con quello dell’altro.

La Settima Stanza è più noir o più storia d’amore?

La Settima Stanza è sia una storia d’amore che un noir. Le due cose non possono davvero essere scisse perché se la prima è una storia d’amore potente e resistente nel tempo lo è proprio in seguito alla drammaticità di alcuni accadimenti del romanzo.

Il 25 novembre è stata la giornata contro la violenza sulle donne, l’abuso è un tema che tocchi attraverso alcune pagine del romanzo, oltre alla campagna #iolotto di cui sei testimonial, sei coinvolta in qualche altro progetto?

Io sono sempre in prima linea contro la violenza sulle donne, specialmente contro la violenza psicologica, spesso sottovalutata perché è meno visibile non lasciando segni addosso. Purtroppo le ferite di questa violenza subdola sono enormi sia nell’anima e nella testa e ciò che è peggio spesso davvero insanabili. La persona che subisce violenza psicologica si spegne piano piano e ciò è devastante e drammaticamente irreversibile. È incredibile come donne assolutamente insospettabili siano vittime di violenza psicologica e la battaglia più dura da combattere è proprio quella contro la negazione delle vittime stesse. Io sono e sarò sempre a favore della comunicazione per contrastare ogni tipo di violenza e soprattutto al fine di prendere dei provvedimenti veramente adeguati, anche se non è semplice.