Giorgio Lopez una vita per il doppiaggio, l’inconfondibile voce di Danny De Vito

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“Caro Giorgio, è un anno che non sei qui con noi, ma in questo momento ho la sensazione che tu sia davanti a me su questo prato; sei fortemente con me”. Massimo Lopez ha dedicato queste commosse parole al fratello il 10 agosto scorso, a un anno dalla scomparsa, sul suo profilo Facebook. 74 anni al momento della morte, Giorgio Lopez è stato uno dei più talentuosi doppiatori italiani, inconfondibile voce di Danny DeVito e del Maestro Miyagi nel cult “Per vincere domani – The Karate Kid” (la battuta ”metti la cera, togli la cera” da lui pronunciata sull’attore Pat Morita è rimasta negli annali del cinema), nonché successore di Ferruccio Amendola nel doppiaggio di Dustin Hoffman.

Nato a Napoli, diplomato alla Silvio D’Amico, aveva lavorato in teatro con registi di prestigio, tra cui Squarzina, Pugliese e Calenda, non abbandonando mai il palcoscenico – aveva anche diretto diversi spettacoli – ma dando sempre la priorità alla sala di doppiaggio. Ironico e profondo, di straordinaria versatilità al leggio e sulla scena, è stato per tanti anni colonna del Gruppo Trenta della famiglia Izzo, dando voce a Danny DeVito in quasi tutti i film, da ”Palle d’acciaio” a “Jumanji: The Next Level” passando per “I gemelli”,  “Anything Else” e “Batman – Il ritorno”, dove l’attore americano interpretava il Pinguino, antagonista tragico e deforme dell’Uomo Pipistrello.

Lopez aveva anche doppiato interpreti del calibro di John Cleese in “Un pesce di nome Wanda” e “La pantera rosa 2”, Ian Holm in “Greystoke – La leggenda di Tarzan”, John Hurt nelle saghe di “Harry Potter” e “Hellboy” e, infine, Bob Hoskins in “Sweet Liberty” e “La fiera della vanità”.

Dopo “Sesso e potere” e “Sleepers”, entrambi con Amendola voce di Robert De Niro, era diventato il doppiatore ufficiale di Hoffman da “Giovanna D’Arco” fino a “L’uomo del Labirinto”, passando per titoli come “Confidence”, “La giuria” e “Vero come la finzione”.  Il suo lavoro più famoso in tv è stato il doppiaggio del sardonico maggiordomo Geoffrey, interpretato da Joseph Marcell nella serie cult “Willy – Il principe di Bel Air”, mentre nell’animazione era stato narratore di “Alla ricerca della valle incantata”, e voce del Sindaco in “Nightmare before Christimas”, del libro parlante Avventura in “Pagemaster”. Per la Disney aveva doppiato il Genio in “Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta” e Kekata in “Pocahontas”, diventando voce di Paperone dalla metà degli anni ’90, succedendo al collega Gigi Angelillo, con lui nel Gruppo Trenta. Di Lopez era anche la straordinaria caratterizzazione di Baby Herman, lo sboccato neonato a cartone animato del film cult “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.  Sua ultima fatica al leggio il doppiaggio di Wallace Shawn in “Rifkin’s Festival” di Woody Allen. Tra le poche apparizioni in cinema e tv il film “Mezzo destro, mezzo sinistro” e le fiction “Don Matteo” e “Professione Fantasma”, quest’ultima al fianco del fratello Massimo. Insegnante di doppiaggio nel suo corso a Roma, Giorgio Lopez è stato anche direttore e dialoghista di film e serie tv, tra cui “Mio cugino Vincenzo”, “A casa con i tuoi” e “Futurama”. Tra le sue ultime regie teatrali “Io sono Dio”, la ripresa di “Inaudito”, testo del 2000, e “Eduardo, Totò, Trilussa”. Figli d’arte, Gabriele e Andrea Lopez hanno seguito le orme del padre nel doppiaggio.