Dotato di un fascino quasi d’altri tempi, Tommaso Basili è un attore dell’indiscusso talento recitativo. Dopo aver indossato i panni dell’Imperatore Costantino ne “L’Impero Ottomano” (“Rise of Empires: Ottoman”) su Netflix e quelli di Ennio Palazzi ne “Il Paradiso delle signore” su Rai1, Tommaso è nel cast della seconda attesissima stagione di “Diavoli”, il financial thriller internazionale con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey che debutterà il 22 aprile su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Ma non solo. Tommaso Basili si racconta a Il Giornale OFF.
Tommaso, a breve ti vedremo nel cast di “Diavoli 2”. Ci regaleresti qualche anticipazione sul tuo personaggio?
Purtroppo non posso dire molto (ride, ndr)! E’ un’imprenditore italiano immerso in questo mondo internazionale/anglofono che caratterizza la serie. Diciamo che appaio meno rispetto a quanto vengo “nominato” dagli stessi personaggi nella serie.
Avevi già avuto modo di vedere, prima di entrare nel cast, la prima serie?
L’avevo vista eccome. “Diavoli” per me rappresenta – ora più che mai – un’icona, un certo modo di raccontare le storie. Sinceramente mai avrei immaginato di poterne prenderne parte.
Come ti sei trovato sul set?
È stato uno di quei set in cui ti senti protetto dalla professionalità e sei onorato di poter frequentare una grande scuola: poter osservare certi talenti all’opera è davvero prezioso.
Hai lavorato tanto anche all’estero: quali sono le principali differenze che hai riscontrato rispetto ai set del Bel Paese?
Credo che noi italiani siamo famosi anche per la nostra capacità di improvvisare con successo. È una peculiarità che ho notato anche nel nostro settore: dalla recitazione sino alla gestione dei vari intoppi che possono sorgere durate la lavorazione di un film. Siamo decisamente più “casinisti” degli anglosassoni ma poi tiriamo sempre fuori il “coniglio dal cilindro”. E, spesso, la sorpresa è entusiasmante.
Sappiamo che prossimamente ti vedremo con nuovi progetti sia sul piccolo che sul grande schermo…
Sì, sono nel cast della seconda stagione di “Petra” e poi in “Viola Come il Mare” che abbiamo finito di girare di recente. Ultima, ma non ultima per importanza, ho una parte nel film che parla di Ferruccio Lamborghini.
Tornando indietro, a livello professionale, rifaresti tutto?
Credo di si! In realtà non ci penso quasi mai perché è così grande la gioia di esserci e di fare parte attivamente di questo settore… che a volte ancora non credo stia succedendo!
C’è un no di cui ti sei pentito?
Non ancora (ride, ndr)
Come trascorri il tuo tempo libero?
Sarà deformazione professionale ma guardò tanti film. Durante i vari lockdown che abbiamo vissuto ho sviluppato una grande passione per le piante E la campagna. Sradico, pianto, taglio, compongo… adoro stare in mezzo alla natura, sporcarmi le mani di terra ed osservare come reagiscono le piante alla tua cura: c’è una rapporto causa-effetto particolarissimo. Oltre a questo, mi piacerebbe viaggiare molto di più.
Oggi come guardi al futuro?
Sono tendenzialmente un positivo anche se non è semplice di questi tempi. Quello che sta succedendo nel mondo toglie il respiro. Aumenta, di riflesso, la gratitudine di potere fare questo lavoro ma, soprattutto, di vivere in una società ed uno Stato non perfetto ma civile come il nostro. Mi auguro di poter continuare a costruire, a migliorarmi e, quindi, crescere.