Due grandi protagonisti della musica italiana sono nati a 12 ore di distanza nel 1943: Lucio Dalla il 4 marzo e Lucio Battisti il 5 marzo. Sebastiano Somma li ricorda nella performance di teatro canzone Lucio incontra Lucio, in scena dal 2017. Scritto da Liberato Santarpino lo spettacolo mette in scena un’originale lettura della vita dei due grandi cantautori accomunati dalla stessa passione per la musica. Lucio incontra Lucio prova a immaginare un incontro artistico mai avvenuto tra i due raccontandolo attraverso le loro canzoni. Dopo la tappa romana si arriverà il 24 marzo nella città di Dalla, Bologna al teatro Duse.
Com’è nato il progetto di cui sei narratore e regista?
Il progetto parte dagli arrangiamenti musicali fatti da Sandro Deidda e Guglielmo Guglielmi che nel 2017 avevano pensato di riarrangiare in chiave jazz e pop i brani di Dalla e Battisti. Liberato Santarpino invece, pur essendo musicista anche lui, pensò a scrivere i testi che raccontano attraverso la mia voce come nacquero le canzoni dei due Lucio che tutti conosciamo. Dall’incontro casuale con Santarpino, che mi propose di curare la regia dello spettacolo, è partita la mia collaborazione. Naturalmente alla base di tutto c’è la passione per queste grandissime figure che hanno segnato la mia vita sin dall’adolescenza come credo quella di tutti noi.
Quale dei due Lucio prediligi?
Non posso parlare di preferenza vera propria anche perché Battisti e la sua musica sono stati protagonisti indiscussi della mia adolescenza mentre Dalla mi ha coinvolto maggiormente in un altro periodo della mia vita ed è caratterialmente più vicino a me. Dalla aveva casa anche a Castellammare di Stabia dove era stato nominato cittadino onorario, quindi nella città dove sono nato e cresciuto io perciò mi è capitato in qualche modo di sfiorarlo e poi se devo dirla tutta sono più vicino alla drammaturgia delle sue parole rispetto a quelle di Mogol. La sua stravaganza mi appartiene fortemente. Ancora oggi quando sono in scena mi sorprendo nell’ascoltare testi di una profondità disarmante come per esempio, in Piazza Grande quando parla di anime braccate. Certo anche ascoltando i brani firmati dal duo Battisti Mogol c’è da rimanerci folgorati.
Tu nasci sul palcoscenico napoletano di Eduardo De Filippo e Scarpetta da giovanissimo e ci ritorni da grande interpretando Leonardo Sciascia. Dalla prosa ora affronti il teatro canzone
Qualcuno mi ha chiesto cosa c’entri io con Dalla e Battisti e io rispondo: “Cosa c’entro con Eduardo, Sciascia, Miller, Shakespeare e gli autori di prosa che ho avuto la fortuna di frequentare?” Io attingo semplicemente dove ci sono drammaturgia, poesia, parole e pensieri. In questo spettacolo io lavoro con la musica e le parole insieme. Parallelamente sto portando in giro altri spettacoli: Il Vecchio e il Mare di Hemingway assieme al maestro Riccardo Bonaccini dove dirigo mia figlia che ho messo nei panni di un maschietto, Manolin. Questo percorso di suggestioni mi affascina molto e mi sta coinvolgendo a tal punto che ho messo in piedi un terzo spettacolo come interprete e come regista dal titolo Vi presento Matilde Neruda, scritto anche questo dal maestro Santarpino. Racconta in musica e suggestioni la storia d’amore tra Pablo Neruda e Matilde Urruti, la compagna dei suoi ultimi vent’anni di vita che fu raccontata anche da Troisi nel film Il Postino. In questo spettacolo dirigo mia moglie Morgana sulle struggenti musiche di Astor Piazzolla. Abbiamo debuttato in Veneto, un mese fa e conto di arrivare a Roma dopo un’estate in tournée.
Sei stato uno dei grandi protagonisti della fiction italiana nelle vesti di un avvocato. Oggi sembra essere il momento dei medici: ti piacerebbe tornare davanti alle telecamere indossando il camice bianco?
Io ho già vestito i panni di un primario di neonatologia nella serie, firmata Canale 5, Nati Ieri diretta da Luca Miniero e Paolo Genovese. Quello fu un periodo particolare perché mentre studiavo da neonatologo nasceva mia figlia Cartisia perciò ho unito l’utile al dilettevole e ricordo quell’anno come uno dei più belli. Mi piacerebbe indossare nuovamente il camice e in generale, mi piacerebbe tornare a lavorare in serie come “Senza Confini” dove interpretavo il commissario Palatucci. Un eroe degli Anni Trenta che dopo la sua morte fu nominato “giusto fra le nazioni” per aver salvato molti ebrei italiani e stranieri. Anche l’avvocato Tasca, così come la serie “Sospetti”, mi ha segnato molto in positivo in passato ma devo ammettere che il mio presente cinematografico è tuttora piuttosto prolifico. In punta di piedi sto facendo delle cose interessanti. È uscito un film dal titolo “La Sconosciuta”, è in uscita “Lupo Bianco” e parteciperò a “RosaNero” una produzione che ha come protagonista Salvatore Esposito, diretto da Andrea Porporati. Io ho “scelto di scegliere “ e la mia carriera per fortuna mi permette di farlo. Così posso dedicare tanto tempo al teatro proprio con lo scopo di riportare il pubblico in sala. Ovviamente spero di tornare presto anche alla mia amata televisione ma con il ruolo che io riterrò giusto.