Mollicone:”Abbiamo bisogno di portare Pasolini tra i giovani”. Presentato alla Camera #100anniPasolini

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Si è tenuta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati l’iniziativa promossa dall’Intergruppo parlamentare Cultura, Arte, Sport in occasione del centenario dalla nascita del grande scrittore e regista Pier Paolo Pasolini con la presentazione del palinsesto culturale sui 100 anni dell’autore. L’hashtag ufficiale della giornata sarà #100anniPasolini. A partecipare: il deputato Federico Mollicone, fondatore e coordinatore dell’Intergruppo parlamentare “Cultura, Arte, Sport” (ICAS); Stefano Fassina, deputato in Commissione Bilancio; Leonardo Petrillo, attore e regista; Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia; Nicola Acunzo, deputato VII Commissione “Cultura, Scienza, Istruzione”; Francesca Barbi Marinetti, curatrice mostra “Pasolini Pound Scatti da un’intervista”; Cornelia Bujin, architetto e curatrice mostra “Glamour” (dove è presente l’abito della Medea di Pasolini).

La grandezza di Pasolini è proprio quella di aver anticipato, come fanno i poeti quando sono anche profeti, quelli che sono i grandi temi, i grandi dibattiti e le grandi inquietudini del Novecento. Quello di oggi è un omaggio ma anche un patrocinio culturale a una serie di iniziative istituzionali che si terranno nei prossimi mesi, tra cui un’importante operazione teatrale del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”. Lo ha evidenziato Federico Mollicone, deputato coordinatore dell’Intergruppo Cultura, Arte, Sport – “diede alla poesia dialettale il rango di grande letteratura. I suoi scritti, la critica al ’68, il tema ambientale, il Pasolini regista, poeta e scrittore, un caleidoscopio impossibile da sintetizzare. Pasolini va fatto conoscere in tutta la sua poliedricità, è importante far conoscere il suo pensiero e la sua opera in tutta la sua interezza. Bisogna far capire che non bisogna mai uniformarsi, che la poesia e la letteratura ci liberano dalla gabbia delle appartenenze”. Mollicone ricorda quindi “la battaglia per la Torre di Chia, il cui esito è ancora incerto, un altro tipico esempio dell’estetica pasoliniana. Una Torre che trasforma nel suo eremo e che diventa il suo rifugio letterario. Una battaglia che va fatta perché anche disperdere i luoghi dove gli autori scrivono è assolutamente colpevole e non possiamo permetterlo”.

“Abbiamo bisogno di portare Pasolini tra i giovani. Una figura così importante meriterebbe più attenzione nei programmi della scuola secondaria superiore perché è un pezzo del nostro patrimonio culturale”. Lo ha detto il deputato Stefano Fassina (Leu) intervenuto all’evento organizzato alla Camera dall’Intergruppo parlamentare Cultura, Arte, Sport (ICAS) per celebrare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Fassina ha sottolineato come “Pasolini sia uno degli autori italiani più trasversali, capace di avvicinare posizioni politiche molto distanti, perché ha la capacità di rompere gli schemi e affrontare nodi che accomunano coloro che hanno cuore le persone. In un periodo in cui dominavano la mercificazione e il consumo come finalità e dimensione identitaria, lui ha saputo mettere al centro il sacro e questo lo rendeva scomodo anche a quella sinistra con cui aveva una sintonia intellettuale”. Il deputato di Leu ha ricordato di essersi avvicinato a Pasolini “Per la sua dimensione di intellettuale critico, quando andavano di moda gli intellettuali organici. Oggi è tanto celebrato perché manca una figura come la sua, capace di riconoscere l’ipocrisia di tanti discorsi comuni. Mi complimento con l’amico Federico Mollicone per la pregevole iniziativa di dedicare una serie di eventi in ricordo del centenario dalla nascita di un grande intellettuale italiano, con altrettante grandi contraddizioni e spesso incompreso sia dalla Destra che dalla Sinistra”.

Pier Paolo Pasolini ha avuto tanti volti: poeta civile legato al dialetto friulano; irriverente e “trasgressivo” regista cinematografico; attento studioso di un’Italia stravolta dalla “modernizzazione”; nostalgico di un mondo arcaico, fatto di lucciole, di lanterne ad olio e di processioni del Santo Patrono; populista e reazionario, cattolico e comunista. Era contro l’omologazione consumistica, contro l’industrializzazione selvaggia. Prima ancora si opponeva alla falsa contestazione dei giovani borghesi del ’68. Anche in questo caso Pasolini seppe andare oltre, simpatizzando con i poliziotti “perché – scriveva – sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano”, contro i “figli di papà” ricchi e borghesi. 

“Laddove, mai come oggi, a cent’anni dalla sua nascita, è al Pasolini “trasversale”, anticipatore della crisi delle vecchie ideologie, che bisogna guardare per ritrovare il valore di una memoria nazional-popolare e l’inquietudine “corsara” di chi cerca nuove rotte. Vorrei complimentarmi con Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile di Verona, e l’autore Leonardo Petrillo, cosí come con la curatrice della mostra fotografica Francesca Barbi Marinetti, per l’operazione teatrale e iconografica che valorizzerá il rapporto di Pasolini con il territorio.” Così Fabio Scoccimarro, Assessore alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Leonardo Petrillo e Paolo Valerio hanno evidenziato l’importanza iconica dello spettacolo “Pasolini/Pound. Odi et amo di Leonardo Petrillo con Maria Grazia Plos”. Si legge nella scheda: “Nell’ottobre del 1967 Ezra Pound, nella sua casa di Calle Querini a Venezia, rilasciò una storica intervista. L’idea, accolta dalla RAI Radiotelevisione italiana, fu di Vanni Ronsisvalle, inviato speciale e caporedattore della cultura del TG1. Ronsisvalle propose che ad incontrare il “poeta emarginato” ci fosse anche I’ intellettuale più eretico del comunismo italiano, Pier Paolo Pasolini. Da una parte Pound, uno dei più importanti poeti viventi, che tornava a parlare dopo anni di silenzio, dall’altra Pasolini, un famoso regista e scrittore che si era esposto in prima persona e che non poteva certo essere definito un moderato. Pasolini e Pound, due universi distanti per politica, età e letteratura, ma con lo stesso amore per la poesia, che non conosce diversità fra gli uomini. Lo spettacolo ricostruisce sul palcoscenico il percorso di preparazione di questo evento storico, questo incontro fra le passioni di Pound e Pasolini raccontate attraverso le loro vie crucis: percorsi che li accomunano nella sofferenza per l’arte, espressa attraverso l’arte.”

Francesca Barbi Marinetti, curatrice mostra “Pasolini Pound. Scatti da un’intervista” ha evidenziato nel proprio intervento come “l’integrazione visiva di grande suggestione sarà la documentazione fotografica della storica intervista televisiva di Pier Paolo Pasolini ad Ezra Pound del 1967”. “Saranno riprodotti” – ha detto parlando della mostra fotografica – “e allestiti nei foyer del teatro una quindicina di scatti di Vittorugo Contino, oltre ai ritratti del vecchio Pound schizzati da Pasolini durante il celebre incontro. Immagini divenute icone del confronto faccia a faccia tra i due Poeti.  Un momento intenso ed emblematico carico del valore di testimonianza di quell’ambivalenza dolorosa insita nella modernità, spaccata da solchi ideologici e qui superati in altezza da due giganti della letteratura capaci di tracciare un punto di riconciliazione delle loro divergenze nell’accettazione delle contraddizioni solo apparentemente insuperabili tra Vita e Poesia.”

“L’esposizione Glamour- Costumi iconici del grande schermo, realizzata al Museo Serlachius di Mänttä in Finlandia è un omaggio all’arte cinematografica, ai costumisti e artigiani italiani che hanno fatto grande il cinema internazionale. Un viaggio “dentro” il cinema italiano e internazionale con modelli storici e vincitori di Oscar come quelli sontuosi e geniali creati da Danilio Donati, Pietro Tosi, Milena Canonero, Gabriella Pescucci. Il percorso espositivo di questa mostra – unica mostra italiana presente all’estero tra i due lockdown – si sviluppa secondo un’analisi cronologica della storia del costume artigianale cinematografico che parte con la presentazione degli abiti, dei gioielli e dei bozzetti della Medea di Pasolini interpretata da Maria Callas.” Così Cornelia Bujin, architetto e curatrice mostra “Glamour”.