Faralli: ritratti di strada, immagini che diventano relazioni

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Nato e cresciuto a Prato. Massimiliano Faralli è un architetto che scatta fotografie da sempre. Incuriosito da ogni forma d’arte, da bambino desiderava conoscere ed apprendere quanto poteva delle forme espressive, questo sicuramente ha rafforzato il suo carattere, la sensibilità, la creatività.

Massimiliano attraverso la fotografia arriva alle informazioni che si trovano dietro lo scudo della memoria, in modo diretto, chiaro, la documentazione delle espressioni del soggetto che fotografa avviene all’improvviso, cogliendo opportunità e libertà assolute. Le circostanze che descrive rendono le espressioni più profonde e i colori si possono analizzare da due punti di vista: sensazione psicologica e sensazione fisiologica. Interessanti anche le condizioni spaziali, che non sono visibili nella foto, così come quelle delle persone che gli sono intorno nel momento dello scatto, sembra di percepirne voci, odori, rumori.

Nella mia fotografia c’è molto di quello che non riesco a esprimere con le parole: le mie conoscenze, i miei amori, i libri che ho letto, i film che ho visto, le esperienze che ho vissuto e quelle che avrei voluto vivere.”

Massimiliano si avvicina alla fotografia grazie ad uno zio. Con lui impara velocemente. Negli anni Ottanta e Novanta, non era semplice fare il fotografo, per ottenere dei buoni risultati bisognava conoscere tutti gli aspetti del processo, fino alla realizzazione della stampa.

Non demorde, frequenta corsi, workshop, visita mostre e inizia ad avere una particolare predilezione per i ritratti di strada, eseguiti con una tecnica sempre più personale.

“Nei miei lavori cerco di raccontare il momento, il tempo attuale; i personaggi che fotografo sono protagonisti in un preciso contesto e rappresentano l’epoca in cui viviamo.

Ritengo che fare fotografia di strada sia fare anche fotografia documentaria nel senso che ciò che ritraggo oggi potrebbe essere in futuro un ottimo archivio della memoria. Per questo motivo cerco di collezionare, quando possibile, i momenti di certi contesti che ritengo siano significativi e da cui – spero – di tirare fuori e raccontare qualcosa di più profondo della semplice immagine bella e buona. Il mio modo di fotografare è una sorta di trance creativa, che mi porta ad entrare in sinergia giusta con il contesto.”

Nella fotografia di Massimiliano i soggetti interagiscono e lo scatto respira oltre l’immagine. Scoprendo queste nuove tecniche fotografiche, affronta il passaggio dall’analogico al digitale.

“Ho scattato per anni con macchine fotografiche analogiche utilizzando diversi formati ma prima di riprendere con la tecnica digitale ho trascorso un periodo di pausa. Adesso uso esclusivamente la tecnica digitale che prima, tra l’altro, non conoscevo benissimo. Chissà, forse un giorno tornerò a fotografare in analogico ma per il momento vivo questa esperienza con convinzione e costante curiosità.”

“Una buona fotografia nasce da una buona relazione con il soggetto”. Questo aforisma di Martin Parr racchiude il senso della fotografia di Faralli. L’empatia guida la fotografia.

“Quando fotografo, giro intorno ai miei soggetti, scopro il lato migliore da catturare e scatto tutto in pochi secondi. Loro, ovviamente, mi vedono, seguono la mia azione e instaurano con me una relazione temporanea che può condurre a conseguenze diverse. Cerco di capire ed ascoltare le situazioni, di percepire quello che le persone stanno provando o vivendo in quel momento e quando non riesco in questo la foto che scatto perde d’interesse.” L’uso ricorrente del flash nelle sue fotografie conferisce incisività e teatralità alla scena, ravvivando i colori e moltiplicandone lo stile.

Amo la fotografia più che il mio modo di fotografare, e forse per questo non mi piace classificarmi, essere catalogato con etichette. Sperimento costantemente nuove tecniche, nuove visioni e seguo ciò che mi piace o che colpisce la mia curiosità. Poi, nella specifica azione fotografica, uso costantemente il flash e sono attratto dal colore; mi muovo con le persone che ritraggo, vicino a loro, ed entro nella scena; non mi nascondo ma interagisco.

Cerco di seguire ciò verso cui il mio gusto o il mio stato d’animo, in quel preciso momento, mi conducono. Non mi pongo limiti, continuo a lavorare molto e intensamente e, in tutta franchezza, ritengo di essere ancora solo agli inizi del mio percorso.”

La fotografia di Faralli rappresenta la ricerca di una dimensione autentica, che rifugge le consuetudini ma sa entrare in “risonanza” con stati d’animo comuni, in un dialogo che crea relazione, come strumento di esplorazione e di conoscenza di un contesto. Un quid facilmente intuibile da chi ne legge il dettaglio “sinestesico”, una fotografia che esprime molto di più di quello che si vede, per offrire una testimonianza efficace del momento.


“L’azione dello scatto produce in me armonia e serenità. Amo queste sensazioni, quindi esco spesso con la macchina fotografica per andare a cercare la casualità che può essere anche vicino a casa, in città, al mare, in montagna o lungo il percorso che mi porta al lavoro tutti i giorni.”