Il nuovo disco di Blaiotta Trio omaggio a “Le Notti Bianche” di Dostoevskij

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Un’iridescente tavolozza di colori, un abbacinante caleidoscopio di suoni e ritmi, con lo sguardo attento, dall’alto, del celeberrimo scrittore e filosofo russo Fëdor Dostoevskij, fonte d’ispirazione per il suo romanzo Le Notti Bianche, il cui spirito aleggia nel mood dell’album.

Viene alla luce così The White Nights Suite, nuovo capitolo discografico firmato Danilo Blaiotta Trio featuring Fabrizio Bosso (tromba in The Meeting, Third Night-The Waiting, The Answer e Fourth Night-The Idyll), Achille Succi (sax alto, clarinetto basso in Nasten’ka, The Letter, Third Night-The Waiting, The Answer e Fourth Night-The Idyll) e Stefano Carbonelli (chitarra in The Man in Tails, The Letter, Third Night-The Waiting, The Answer e Fourth Night-The Idyll), brillante e ardimentosa formazione costituita da Danilo Blaiotta (pianoforte), Jacopo Ferrazza (contrabbasso), Valerio Vantaggio (batteria) e dai tre eccellenti ospiti sopracitati.

Pubblicato dall’etichetta discografica Filibusta Records, la tracklist del CD consta di undici brani originali frutto della fervida creatività compositiva del pianista. The Man in Tails è una composizione debordante di energia interpretativa, impattante soprattutto dal punto di vista del suono.

Qui, il trio più Carbonelli, dialoga in modo concitato. L’eloquio del chitarrista, volutamente sghimbescio, si fonde in maniera simbiotica con il pianismo tensivo cesellato da Blaiotta, impreziosito da intarsi armonici e magnetiche dissonanze, entrambi supportati dal comping molto stimolante e cangiante tessuto dal tandem Ferrazza-Vantaggio.

Il mood di The Meeting, invece, carezzevole e struggente ballad, è completamente diverso, immerso nella più totale placidità comunicativa. Danilo Blaiotta dà vita a un discorso improvvisativo cantabile, dalla ricca musicalità. L’elocuzione di Bosso è serafica, descrittiva, densa di pathos e sfumature timbriche, nella quale non mancano improvvisi e abbaglianti sprint cromatici.

Third Night-The Waiting è un accattivante medium-up che coinvolge e conquista fin dalle primissime misure. In questo brano Fabrizio Bosso è nel suo habitat naturale, segnalandosi per la sua proverbiale fluidità di fraseggio, enciclopedica conoscenza del linguaggio e della pronuncia e interessante esplorazione della gamma timbrica del suo strumento. Carbonelli si esprime costruendo un solo spigliato, efficace e incisivo. Achille Succi, qui al sax alto, architetta un assolo guizzante, particolarmente stuzzicante sotto l’aspetto ritmico e soprattutto timbrico, poiché spreme il suo sassofono nei vari registri. Qui il playing di Blaiotta è incalzante, intenso, corroborato da un’ottima articolazione delle frasi. Concepito in pieno solco contemporary jazz, adornato da colorazioni appartenenti alla musica colta, da pennellate mediterranee, da intriganti metriche dispari, The White Nights Suite è la testimonianza della crescita esponenziale del giovane e talentuosissimo pianista Danilo Blaiotta, specialmente dal punto di vista compositivo. Un album il suo, che narra e descrive in note sensazioni diverse, stati d’animo differenti, espressi con gran gusto, spiccata personalità e maturità artistica.