Chiara Noschese:”Ora da regista, voglio trasmettere tutto ciò che so del musical”

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Chiara Noschese è un’artista eclettica che spazia dal palcoscenico alla macchina da presa e al dietro le quinte. Il suo dna è importante e anche il suo maestro è stato un grande dello spettacolo italiano: il padre Alighiero Noschese, famoso imitatore del ‘900 e Gigi Proietti che non ha certo bisogno di presentazione. Il 28 settembre la Noschese debutterà al Teatro Nazionale con il musical Pretty Woman. Sarà regista associata dell’olandese Carline Brouwer in un progetto che si prospetta vincente

La tua carriera si è sviluppata in tutti i settori dell’entertainment ma da qualche tempo sembri dedicarti ai musical

È una scelta voluta nata durante la tournée del famoso musical Mamma Mia in cui interpretavo Donna, la protagonista. Ho capito che sul palcoscenico come performer avevo raggiunto il massimo. Sentivo che si stava chiudendo il cerchio e che avevo bisogno di trasmettere al prossimo tutto ciò che conoscevo del musical attraverso la sua  stessa genesi. Subito dopo Mamma Mia, infatti, sempre per la stessa azienda che produce Pretty Woman cioè là Stage Entertainment, ho iniziato a fare il direttore del casting poi l’acting coach fino a diventare  regista associata in spettacoli quali Saturday Night Fever per poi continuare da sola dirigendo A Chorus Line e Singin in the rain, quest’ultimo due anni fa. Pensa che in contemporanea ero in tournée insieme a Luca Barbareschi con il quale ho recitato nell’ Anatra all’arancia, ovviamente in prosa.

Quindi non hai intenzione di smettere di calcare le scene?

Ci tengo al mio ruolo di attrice di prosa anzi ti anticipo che appena finisco con Pretty Woman tornerò sul palco insieme a Nancy Brilly nella trasposizione teatrale del romanzo Manola scritto da Margaret Mazzantini. Dovremmo debuttare a teatro il prossimo dicembre e saremo in tutte le città italiane.

Tornando al musical che debutterà a fine mese, ci spieghi cosa fa una “regista associata”?

La regista ufficiale del musical è l’olandese Carline Brouwer mentre il cast è tutto italiano e recita e canta in italiano mentre lei non conosce la nostra lingua. Questo fatto le impedisce di comprendere il suono dei dialoghi pertanto riesce solo ad intravedere l’attitudine del cast. Io nel montaggio delle scene l’ho affiancata sempre per condurre gli attori dove Carline voleva cercando di seguire se l’adattamento di Franco Travaglio fosse corretto e rispettasse i criteri del musical originale. In sostanza in quanto regista associata sono una sorta di garante della lingua visto che è difficile per uno straniero comprendere se il suono delle parole corrisponde al loro significato.

Sei anche casting director, quali sono i criteri con i quali scegli i partecipanti alle audizioni?

Per ciò che riguarda i criteri il primo è senz’altro quello di essere compatibile con il ruolo che stiamo cercando; in questo caso i ruoli di Pretty Woman richiedono delle capacità canore di altissimo livello perché i brani sono molto complessi da cantare, in più gli aspiranti devono sapersi muovere. Tante accademie stanno preparando gli allievi a gestire al meglio la selezione, insegnando loro a leggere la musica, a riconoscere uno spartito, a danzare e a cantare  e se possibile a recitare ad alto livello. Nell’ensemble di questo musical abbiamo rappresentanti della generazione  Z, cioè i giovanissimi, fino ai cinquantenni, un gruppo molto eterogeneo carico, probabilmente a causa del lockdown che li ha tenuti fermi molto a lungo.