E’ un piccolo dispositivo, non invasivo ed economico, che permette di stare in un luogo chiuso insieme ad altre persone senza il timore di essere contaminati dal virus. Questo oggetto funziona come un semaforo: verde tutto ok, rosso attenzione. E’ un dispositivo commercializzato in Italia e rientra in una short list internazionale validata dalle più importanti università americane, Harvard in testa: è il più importante per il monitoraggio della CO2 in ambienti indoor, Si chiama ARANET 4 e lo commercializza SDP ITALIA SRL. Come funziona? Si collega ai sistemi di aspirazione e ventilazione meccanica controllata e di purificazione dell’aria del locale: calibrato secondo protocolli condivisi a livello internazionale, monitorizza l’aria in continuazione e “decide” cosa fare (aprire le finestre, intervenire sul sistema di aspirazione, ventilazione, purificazione) per il mantenimento dell’area in zone verde e quindi dell’ambiente stesso in un rischio minimo di contagio, come se si fosse all’aria aperta. E’ quindi basato su un sistema scientificamente validato e assicura a chi vive e lavora in un ambiente chiuso il rischio minimo. Si applica alla parete, poniamo, di un ristorante o di un qualsiasi altro esercizio commerciale e permette di monitorare in maniera continuativa la CO2 all’interno di un ambiente chiuso. Il dispositivo misura costantemente la concentrazione di anidride carbonica all’interno di una sala; quando la luce è verde, il rischio che qualcuno all’interno della sala possa respirare quello che io ho espirato (e quindi se sono asintomatico positivo con gocce potenzialmente infette) è inferiore all’1% . Questo strumento può aiutare ristoranti e locali privi di un dehor (ma anche cinema e teatri) a riaprire in sicurezza: è un Protocollo SIMA condiviso con la comunità scientifica internazionale e già in uso in Giappone, Spagna, Germania, Singapore e alcuni stati degli Stati Uniti. E’ la soluzione per riaprire tutto in sicurezza, cioè con un rischio inferiore all’1%, cioè bassissimo. Questo dispositivo è stato presentato in un servizio TV di Porta a Porta da Bruno Vespa. Diranno i sapientoni: “Va bene, ma dobbiamo vedere se funziona”. E intanto i lavoratori che non hanno un dehor rischiano di morire di fame: nel servizio televisivo un ristoratore ha dichiarato di aver perso il 45/50% di fatturato per il locale e il 95% per il servizio catering. Un disastro non solo economico ma anche psicologico, per lui e per tantissimi altri. Questo dispositivo potrebbe invece aiutare ristoranti e locali chiusi a riprendere a lavorare, ma al Governo dormono: non sanno che questo sistema è il frutto di una ricerca messa in campo da una comunità scientifica di altissimo profilo internazionale? Non sanno che nel mondo già questo dispositivo lo usano non solo i ristoranti, ma anche palestre, discoteche, università, scuole, bar, ristoranti? Perché in Spagna, in Germania, in USA i ristoranti sono aperti? Dice i vaccini, certo. E intanto in Italia il Governo non ha ancora capito se far tenere aperti locali e ristoranti fino alle 22 o alle 23.