I problemi e le incoerenze presenti nella nostra società sono ormai sotto gli occhi di tutti, nonostante questo sono in pochi coloro che hanno il coraggio di evidenziarli pubblicamente. Lo scrittore e giornalista Nicola Caldarone, molisano di nascita, ma che vive ormai da anni a Cortona, nella provincia di Arezzo, lo fa attraverso il suo nuovo romanzo appena uscito Il Vangelo di un alieno, ovvero le tabelline della normalità, testo di 181 pagine pubblicato dalla casa editrice LuoghInteriori di Città di Castello.
Quale protagonista troviamo un personaggio astuto e attento, un alieno che vive sulla terra sotto sembianze umane. Il suo nome è mitico: Prometeo, colui che riuscì a rubare il fuoco agli dei. Come la figura mitica, anche lui non ha paura di sfidare i poteri forti, mettendone in rilievo tutte le fragilità, tutte le cialtronerie, tutta l’ignoranza, facendolo in modo ponderato e inconfutabile, mettendo in atto tutta la sua sapienza filosofica e scientifica, che lo rende superiore agli uomini, i quali per questa ragione spesso e volentieri non lo comprendono. Per fortuna però, in mezzo a una massa indistinta e senza senno, vi sono anche quei pochi personaggi benigni che trovano in Prometeo un’ancora di salvezza.
“E Prometeo, guardando dal finestrino della carrozza l’autostrada intasata di macchine e di ingombranti Tir, occupò il tempo del percorso a ricordare la bellezza del territorio italiano e del paesaggio, violentati e compromessi dalle mani irresponsabili dell’uomo. E configurò un futuro prossimo apocalittico con le strade trasformate in una interminabile e immobile fila indiana di lamiere.”
Lo stile di Nicola Caldarone è di una leggerezza calviniana, asciutto, chiaro, ricco d’inventiva. Si fa a tratti ironico, a tratti lirico e nostalgico, nel ricordare un’Italia che funzionava, mentre oggi si trova ingolfata da una politica corrotta e da infausti usi e costumi, che sono diventati la normalità.
In definita, è un vero e proprio Vangelo, perché Prometeo è un profeta che giunge nei luoghi della corruzione per riportare la parola della giustizia e della bontà. Per questo si scontra con una macchina fredda e infernale, che ha ormai soppiantato gli antichi valori. Si tratta di un romanzo che lascia affiorare tanti dubbi e tante domande. Potremmo anche chiederci: Se ai giorni d’oggi tornasse lo stesso Gesù, come verrebbe trattato? Probabilmente non sarebbe ascoltato, lasciato nella solitudine. Significativa è la citazione da Cioran con la quale si apre il volume: “L’uomo alla fine è arrivato a uno stadio in cui merita di scomparire.”