L’Occidente e i suoi nemici secondo lo storico Capozzi

0

Se fino a qualche decennio fa i paesi occidentali erano visti come un modello ineguagliabile nel garantire libertà e uguaglianza ai loro cittadini, oggi i loro valori fondanti vengono sempre più messi in discussione, in primo luogo da essi stessi: si pensi a quelle correnti dell’ambientalismo che vedono l’Occidente solo come il capitalismo che uccide il pianeta, o al fenomeno della “cancel culture” per cui si abbattono le statue di personaggi storici. Ma come si è arrivati a tutto ciò? Ha provato a rispondere lo storico napoletano Eugenio Capozzi con il suo ultimo saggio, L’autodistruzione dell’Occidente (Historica, 2021, 232 pagine, 17 euro).

Come si è arrivati a tutto ciò Ha provato a rispondere lo storico napoletano Eugenio Capozzi con il suo ultimo saggio

Il saggio non si sofferma unicamente sui fatti di cronaca più recenti, ma parte da lontano: nei primi capitoli si ripercorre le origini dei valori fondativi dell’Occidente come lo intendiamo oggi, nati dalla commistione tra la democrazia e il diritto delle civiltà greco-romane con i fondamenti religiosi di matrice ebraico-cristiana. Il massimo sviluppo nel pensiero filosofico fu raggiunto dall’Umanesimo, che recuperando i classici greco-latini dopo la fine del Medioevo portò a un’epoca in cui, seppur tra alti e bassi, si mettevano in equilibrio la libertà dell’individuo con i doveri verso la collettività.

Proprio l’umanesimo classico di matrice occidentale viene oggi bollato come superato da molte figure importanti, tanto che si parla sempre più di un “nuovo umanesimo”, slegato dalle radici occidentali di quello originale per abbracciare tutti i popoli e le culture della Terra. Anche qui l’autore ripercorre le origini di questo fenomeno, partendo dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dal relativismo propugnato già nel secondo dopoguerra da filosofi esistenzialisti come Sartre e Heidegger. Capozzi mette in guardia contro il tentativo di relativizzare i valori etici e morali della nostra cultura, perché altrimenti tutto sarebbe lecito.

Il suo è un lavoro molto approfondito, e a provarlo è un dettaglio apparentemente superfluo, ma da non sottovalutare: nelle note a piè di pagina cita come riferimenti perlopiù saggi, mai articoli di giornali, a dimostrare il saper guardare oltre la cronaca del momento.