Manuela Villa: «Un amore così grande per papà Claudio»

0

Non le è mai piaciuto il silenzio. Lo ha cantato con la forza e la potenza della sua voce per dimostrare “Un amore così grande”. Quello che, in 21 anni, ha cercato di ottenere attraverso il riconoscimento legale di un cognome che resterà nel firmamento musicale italiano. E adesso che “È Natale”, come il titolo dell’album che ha prodotto pensando pure ai bambini, Manuela Villa, figlia del “Reuccio” Claudio – Pica all’anagrafe e più volte vincitore sul palco del Festival di Sanremo-, lancia il nuovo singolo “Sei nell’aria” insieme al tenore Fabio Armiliato. Un pezzo profondo e poetico per ricordare sua madre Noemi Garofalo, bellissima ballerina siciliana che rubò il cuore dell’indimenticato cantante romano e dal cui legame nacquero lei e il fratello Claudio junior, anche lui musicista. Quel memorabile e divertente concerto in Australia, il rapporto con il figlio Jacopo e la didattica a distanza ai tempi del Covid, il coraggio di non mollare mai davanti alle difficoltà. Curiosità? Nel 1995 Manuela ha doppiato il personaggio “Pocahontas”, interpretando i brani canori nel film d’animazione targato Disney. Poi qualche dritta ai talenti emergenti: studiare tanto, al di là delle vetrine offerte dai talent show. Perché, in Italia, c’è bisogno di artisti veri e il panorama della musica è già troppo inflazionato. 

Ha prodotto l’album  “È Natale”, pubblicato da Red Fish, in cui canta 8 brani di cui 6 cover e 2 inediti. Quello al quale è legata di più?

«Sicuramente i due che portano la nostra firma: “È Natale”, che dà il titolo al disco, e “ Ninna o Ninna e”, una canzone scritta da me e dedicata a tutti i bimbi del mondo».

Una voce, la sua, che era già nel Dna.

«Si dice che sia così. Ne sono contenta, mi fa piacere ascoltarlo dagli altri, non amo essere autoreferenziale».

Quanto era importante, per lei, avere quel cognome così illustre per la musica italiana sulla carta d’identità?

«Era un discorso di giustizia, significava mettere i puntini sulle “i”. Bisognava farlo. Credo che fosse una cosa dovuta già da tanto, troppo tempo. Ho aspettato 21 anni, una vita. Anche perché tutti sapevano, è stata quasi una cattiveria».

Era emozionata il giorno della firma per il riconoscimento legale?

«Me la ricordo quell’emozione, il coronamento di tutte le lotte che io e mio fratello Claudio avevamo portato avanti. Mi è dispiaciuto solo che non ci fosse più mia madre e che nessuno ci abbia mai chiesto scusa. Lei ci ha guardato da lassù, ha visto tutto, ma la cosa continua a farmi rabbia».

Ha duettato virtualmente con suo padre, Claudio Villa, in un programma condotto da Paolo Limiti. “Un amore così grande”?

«Sì, inoltre abbiamo cantato “Tu che m’hai preso il cuor” e altri brani. Era una trasmissione interamente dedicata a lui. “Un amore così grande” è la canzone emblematica. L’ho vissuto poco ma intensamente. Poiché, salendo sul palcoscenico e sentendo le stesse emozioni, era come se mi dicesse con una confidenza forte e intima “Quello che stai provando l’ho vissuto anche io”».

Che mamma è, oggi, Manuela?

«Una madre che consente al proprio figlio di scegliere. All’inizio supportandolo e, in seguito, aiutandolo a dedurre. Gli insegno sempre che un’azione porta ad una precisa reazione e viceversa, quindi gli dico di ragionare prima di decidere. Lo lascio abbastanza libero, sulla scuola do molta importanza allo studio. Ma lui lo fa, non è necessario che glielo dica. Con la didattica a distanza, durante il lockdown, ho allestito per lui uno studio, ricordandogli che ogni mattina avrebbe dovuto alzarsi come quando andava a lezione in aula. Jacopo ormai è autonomo, me ne accorgo dai voti, rende bene dal punto di vista scolastico».

Ricorda un episodio off e divertente della sua carriera? 

«Mi trovavo in Australia per un concerto. Ad un tratto, dopo circa sei canzoni, durante l’esibizione un signore alzò la mano e mi domandò se avessi potuto aspettarlo perché aveva urgenza di andare in bagno. E mi chiese la cortesia di fermare tutto, non voleva perdere neanche un minuto della performance. Quindi, complice il pubblico che nel frattempo intrattenevo, lo abbiamo atteso tra un sorriso e l’altro: la tenerezza di un uomo di mezza età emigrato all’estero e i suoi ricordi del passato. Al ritorno lo abbiamo accolto con un grande applauso».

Insieme a Fabio Armiliato il brano “Sei nell’aria”, il cui video è visibile su YouTube. A chi è dedicato?

«A mia madre, avvertivo la voglia di stringerla, toccarla. Mi sono resa conto che non potevo e, seduta davanti al pianoforte, distrutta ho cominciato a suonare. Mi sono detta è inutile che ti cerco, tanto “Sei nell’aria”. Ed è venuto istintivamente fuori il pezzo».

Con chi le piacerebbe collaborare nel panorama musicale?

«Vasco Rossi, mi sento rock e adoro le fusioni, sono una crossover. Spazio facilmente dal genere pop al classico».

Cosa si augura per il mondo dello spettacolo quando sarà finita la pandemia?

«Non è che me lo auguro, io voglio riprendere ad esibirmi! Dobbiamo osservare tutte le misure di sicurezza del caso, è fondamentale che ci mettano nelle condizioni adatte mediante le opportune attenzioni e precauzioni. La speranza è l’ultima a morire, predisponendosi e rispettando le regole. L’altro giorno ho preso un volo, l’hostess mi ha chiesto per quale motivo stessi in piedi senza sedermi. Ho semplicemente risposto che non volevo stare accanto, e senza distanziamento, a persone che non conoscevo. Insomma mi ha detto che, in base alle disposizioni in vigore dallo scorso giugno, le compagnie aeree sono autorizzate a farlo visto che, con la pressurizzazione, ad alta quota c’è il ricambio d’aria. Così ribatto che, se l’aereo è fermo,  in questo modo ci si contagia e basta. La sua risposta? Scenda, se ne vada o cambi aereo!».

Un consiglio per gli emergenti? 

«Studiare, non basarsi soltanto sui follower, applicarsi e sognare sempre. Pure quando dicono che i desideri non si avverano. Il nostro è un mestiere che consente di guadagnare bene, ti porta in cima, però successivamente ti fa rifare la fame in un ripido saliscendi. A meno che non si ha la fortuna di diventare una star a livello internazionale, che è diverso. Poi non arrendersi mai, se si ha la preparazione giusta. Altrimenti è meglio starsene a casa, evitando di inflazionare un settore che vive una situazione complessa e di crisi. Oggi si sfornano artisti continuamente, di tutto e di più ogni giorno. Se una persona è davvero dotata deve assolutamente andare avanti, crederci. Nel caso contrario, si canta per hobby e non si va a dare fastidio al comparto della musica che, di per sé, è già in grave difficoltà. È come se, domani, io decidessi di fare la ballerina. Sarei credibile?».