Blu Yoshimi: «Tutto su mia madre Lidia Vitale? È impossibile!»

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Courtesy Blu Yoshimi

Non chiedetele di raccontarvi tutto su sua madre. Sarebbe difficile per lei sintetizzare in poche parole un legame così forte e intenso con l’attrice Lidia Vitale. Blu Yoshimi, giovane talento del grande schermo, per la quarta volta approda al Lido di Venezia, in occasione della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dove è protagonista alle “Giornate degli autori” con “Cigare au miel”, opera della regista franco-algerina Kamir Aïnouz. La passione per la recitazione, l’impegno civile e sociale in favore delle donne, l’attivismo per la tutela dell’ambiente e quella volta in cui, a causa della timidezza degli esordi, le fecero interpretare il ruolo di un topo. Ma poi arrivò “Caos calmo” con Nanni Moretti. E fu un successo.

Di nuovo, e per la quarta volta, alla Mostra del Cinema di Venezia, ma come co-protagonista in una produzione francese…

«Già, è sempre una grande emozione, e un onore, essere ospite alla Mostra. Questa edizione ha un sapore diverso per me, perché arrivo con un film francese che è stato  un’esperienza personale molto emozionante. Anche per la situazione generale che rende il tutto un po’ più mistico». 

È stato difficile recitare in una lingua straniera che non è l’Inglese?

«Non particolarmente. Ho studiato Lingue proprio per questo motivo. Il prossimo film che girerò sarà in Spagnolo con cadenza tipica dell’Argentina e, anche se non lo parlavo altrettanto bene, ho imparato. Credo che la base sia legarsi al fondo del materiale e al bisogno del personaggio. Con questi elementi, non ci sono barriere linguistiche che possono bloccarti. E poi, ovviamente, uno studio più tecnico a supporto è importante». 

Chi è Giulia, il personaggio che interpreti in “Cigare au miel” della regista franco-algerina Kamir Aïnouz alle Giornate degli autori?

«Giulia è una ragazza italiana da poco trasferitasi a Parigi per gli studi. L’ho capita subito perché  ho vissuto la stessa situazione durante il liceo. Andare via di casa, dalla famiglia e dagli amici a volte può farti sentire persa, ma è un momento di fascinazione e crescita non equiparabile ad altre esperienze. Giulia è solare, luminosa e, di certo, una buonissima amica». 

Come ti sei preparata a questo ruolo?

«È un film ambientato negli anni ’90 tra la Francia e l’Algeria, che come sfondo riporta gli avvenimenti cruenti di quel periodo tra i due Paesi. Ho ricercato ogni nome di protestanti o vittime che vengono nominati nella pellicola e poi mi sono lasciata andare alla gioia di essere lì. Ho immaginato che anche Giulia, come me, avesse il sogno della Francia. Su questo aspetto è stato abbastanza facile». 

courtesy Blu Yoshimi

Un episodio off e divertente di quando hai iniziato a recitare?

«Da bambina frequentavo lezioni di teatro. Stavamo preparando il Mago di Oz. Ero così timida che mi diedero il ruolo di un topo! Devo confessare che ci rimasi molto male! (ride, ndr) A ripensarci fu un insegnamento di vita. Mia madre mi ricordò la frase “non esistono piccoli o grandi ruoli, ma solo piccoli o grandi attori”. Qualche giorno dopo mi presero per “Caos calmo”!».

Ci racconti tutto su tua madre Lidia Vitale?

«Tutto è impossibile. Mia madre è tante cose e sono sicura che non rientrerebbero in qualche riga. È una grande attrice e una grande mamma, sono fortunata ad averla nella mia vita in entrambi i ruoli». 

È una spalla nella tua vita professionale considerando la sua grande esperienza da attrice?

«È una immensa fonte di ispirazione, mi ha subito indirizzato sulla mia strada affinché potessi avere una carriera indipendente dalla sua. È stata una scelta saggia che, ad oggi, ci permette di avere uno scambio e un confronto aperto e di lavorare insieme divertendoci. Potersi sentire dire il meglio e il peggio da una collega (e viceversa) è una grande fortuna!».

Scelta dai francesi per un film. Gli italiani hanno la puzza sotto il naso?

«Dici che dovrebbero scegliermi di più? (ride, ndr) No, noi italiani abbiamo un cinema a cui bisognerebbe dare più fiducia e di cui dovremmo andare più fieri. I francesi mi hanno accolto con grande rispetto fin da subito e questo tipo di inclusione noi dobbiamo continuare ad impararla per un po’». 

Sarai protagonista in una pellicola spagnola, “Nest”, opera prima di Mattia Temponi e co-prodotta con l’Argentina. Di cosa si tratta?

«Il titolo è provvisorio però sì, iniziamo tra molto poco. È un horror ambientato in un’unica location e due attori. Una vera sfida per me! Sono molto grata di poterla affrontare con Mattia e con il resto della squadra». 

Secondo te il Cinema di casa nostra valorizza abbastanza i talenti emergenti o premia, troppo e spesso, la vecchia guardia? 

«Non è mai abbastanza lo spazio che si dedica ai più giovani. Penso si stia facendo uno sforzo in questa direzione, questo si. C’è una generazione che ha tanto da dire, basterebbe solo ascoltarla di più e attentamente». 

Blu Yoshimi
courtesy Blu Yoshimi

Il regista dal quale sogni di essere diretta?

«Perché non la regista? Mi piacerebbe tantissimo lavorare con Greta Gerwig. In generale, preferisco lavorare con registi emergenti. Ma vorrei sicuramente iniziare una collaborazione con i maestri del cinema italiano e non!»

Per il tuo prossimo set hai firmato un contratto che prevede la clausola di non ricevere bottiglie di plastica e rifiuti non riciclabili. Ti ritieni una persona eco-friendly? 

«Mi ritengo una persona consapevole e in continua ricerca. Più di tutto, per me esiste il rispetto della vita e ciò include l’ambiente e le persone. Come umanità abbiamo perso già abbastanza tempo agendo secondo una dinamica di potere. Ora basta. Il mondo sta urlando, la gente chiede parità di genere, giustizia sociale e ambientale. Per me è difficile decidere quale causa supportare perché percepisco una sorta di fil rouge che unisce tutti i fenomeni. In questo momento sostengo pubblicamente e quotidianamente i “Fridays For Future”, il movimento “Black Lives Matter” e iniziative in favore delle donne».