Chiara della Croce, monaca agostiniana dalla scienza infusa

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Pala d'altare in ceramica con Clara de Montefalco - Museo delle Belle Arti. – Siviglia - Anonymous, Seville / Public domain

Chiara da Montefalco. Una monaca medievale con il cuore aperto al mondo (edizioni Fede e Cultura, aprile 2020) è un’opera a metà tra approfondimento specialistico e approccio divulgativo del giornalista pugliese Marino Pagano. Santa Chiara da Montefalco (1268-1308), confusa da sempre con l’omonima francescana di Assisi, fu una monaca agostiniana, nota anche come Chiara della Croce. Rientra tra le mistiche del basso Medioevo, un ambito particolare della spiritualità italiana. La sua è una religiosità fortemente cristocentrica, aspetto messo in risalto dall’autore in pagine assolutamente godibili per linearità dello stile.

Chiara da Montefalco. Una monaca medievale con il cuore aperto al mondo

Una piccola inchiesta su questa mistica, un profilo più che la solita “vita”, che riporta l’attenzione su questa figura puntando sulla capacità di fare cultura da parte di una claustrale medievale. Chiara aveva il dono della scienza infusa, era capace di dialogare con uomini di chiesa o teologi che si recavano da lei per la sua fama sanctitatis. Non ha lasciato nulla di scritto, salvo i cosiddetti dicti clariani, per lo più raccolti dalle sue consorelle post mortem. Chiara fu infatti badessa del monastero agostiniano di Santa Croce a Montefalco (Pg), città di cui la santa è originaria e in cui ha sempre vissuto. Pagano, giornalista di viaggio e culturale d’impostazione storiografica, riconsegna alla nostra contemporaneità una storia altrimenti nota solo a devoti umbri o specialisti.