Il 2020 può essere già considerato l’anno della consacrazione per Tommaso Basili. L’attore 39enne, infatti, è l’unico italiano tra i protagonisti della nuova serie di Netflix L’impero Ottomano. Ma non solo: Basili si è unito al cast della soap opera quotidiana di Rai1 Il Paradiso delle signore dove interpreta Ennio Palazzi, un imprenditore ricco e potente.
Tommaso, com’è stato interpretare il ruolo di Costantino ne L’impero Ottomano?
Interpretare un uomo di tale importanza è stato un privilegio e anche una responsabilità. Per i Greci, per esempio, Costantino XI è stato e rimane molto più che un imperatore: è considerato quasi una divinità, un eroe nazionale. Approcciare un personaggio del genere è stato molto affascinante, spaventoso e divertente nello stesso tempo. Sono immensamente grato di questa opportunità.
Attualmente, a quale progetto ti stai dedicando?
Ho appena terminato di girare Il Paradiso delle Signore, una soap molto amata ambientata in un periodo storico più recente ma distante quanto basta per quanto riguarda usi e costumi. Mi piace molto come la serie racconta quell’Italia che si affacciava alla alle prime strategie di marketing pubblicitario, a un consumismo meno sfrontato e, soprattutto, a quel particolare, quasi ingenuo, speranzoso sguardo al futuro che oggi secondo me manca tanto. E’ una serie straordinaria.
Come nasce la tua passione per il mondo dello spettacolo?
Credo sia la passione per l’intrattenimento e lo storytelling, quell’effetto che gli americani chiamano “escapism”, ovvero la capacità che l’intrattenimento ha di farti uscire dalla tua realtà e catapultarti in un’altra. Il mondo dello spettacolo significa questo per me.
Durante il tuo percorso professionale ti sei mai detto: “Ma chi me lo ha fatto fare?”
Me lo dico quasi sempre prima di un ciak. Quando l’ansia e la paura della “catastrofe” prende il sopravvento, il terrore di dimenticare le battute, anche quando le hai studiate sino allo sfinimento.
Nei momenti più complicati, chi o cosa ti ha dato la forza per andare avanti?
Non credo si abbia molta scelta: si deve comunque cercare di essere ottimisti, per quanto sia difficile a volte.
Il luogo comune che proprio non sopporti del mondo dello spettacolo?
Mi è capitato più di una volta di sentirmi dire che proprio perché sono un attore dovrei essere più bravo nel dire bugie e fingere in contesti sociali. Capisco perché si possa pensare questo, ma forse alcune persone non sanno quanta verità c’è dietro l’arte della recitazione, e da quanta onestà nasce la finzione. E un paradosso, lo so. Ho avuto la fortuna di incontrare un grande maestro, Michael Rodgers, che mi ha insegnato sin da subito che per arrivare ad interpretare un personaggio prima bisogna fare i conti con noi stessi e quello che siamo veramente, nella maniera più sincera e autentica che ci sia. Le maschere “sociali” sono le prime a dover cadere.
Il prossimo step della tua carriera che ti piacerebbe raggiungere?
Sarei molto felice di continuare a crescere lavorando.
L’episodio OFF della tua carriera?
Ricordo di aver visitato Istanbul nel 2012 per la prima volta. Andai a visitare l’ex basilica e moschea Santa Sofia e ne rimasi ipnotizzato, senza conoscerne veramente la sua storia. Ne rimasi talmente colpito che feci diverse ricerche sui bizantini e inaspettatamente scoprii, grazie a uno studioso, che la mia famiglia aveva probabilmente delle origini bizantine. Sette anni dopo mi ritrovo a ricoprire il mio primo ruolo importante come ultimo Imperatore di quell’Impero che tanto mi aveva affascinato. Ovviamente non ho la presunzione di credere che fosse destino ma surreale, lo ammetto, mi sembra. Sono molto affascinato dal quel mondo antico e, soprattutto, da quel Museo. E’ un posto davvero magnifico, impregnato di un’energia particolare, strati e strati di tante vicende storiche. Vi consiglio di visitarla.