Una carriera lunga due vite è naufragata all’Isola dei Famosi, dove era uno dei pochi famosi veri. Nino Formicola non ha semplicemente vinto quell’edizione del reality, ha vinto la sua sfida più grande: tornare sulle scene e in tv senza il suo compagno storico Andrea Brambilla, che tutti ricordiamo come il Commissario Zuzzuro. Come spesso succede nei binomi inscindibili, si parlava di Zuzzurro e Gaspare come se fossero stati un personaggio unico. Ebbene, da quando è scomparso l’uno è automaticamente scomparso l’altro: ma se Andrea ha lasciato questa vita, Nino continua a recitare e sembra aver trovato in Max Pisu, con lui al teatro Ciak di Roma in questi giorni con La Cena dei cretini, il compagno ideale per ricominciare.
La Cena dei Cretini è il terzo spettacolo che porti in scena con Max Pisu. Hai trovato la tua anima gemella?
L’ho conosciuto in Forbici e Follia, uno spettacolo comico nel quale ho legato molto con Roberto Ciufoli e Max, tanto da decidere di tornare sulle scene in tre in Sabbie Mobili prima del mio naufragio all’isola. Per La Cena dei cretini, invece, cercavo un personaggio lunare e buono e ho scelto Max, perché lui è buono come Pignon, il personaggio con il quale sto dividendo il palcoscenico in questi giorni. Pignon non è stupido, ma un uomo semplice, una sorta di elefante in un negozio di cristalli e, considerando la stazza di Max, l’effetto è strabiliante: va giù dritto come una spada! Però anima gemella è un po’ troppo.
A proposito di cena, la Cena con il Comico che organizzi periodicamente a Milano è il tuo piano B o una passione da monetizzare?
La Cena con il Comico che preparo in una location molto bene attrezzata è una passione vera che non monetizzo, perché non ci guadagno niente. Io mi diverto a cucinare; in più, organizzando queste cene, si è creato un gruppo stabile di persone che sono diventati amici. Ogni tanto si aggiunge qualcuno e trascorriamo delle belle serate. Non si tratta del mio piano B, certo è che se quando non lavoro devo stare a casa a guardare la televisione preferisco passare qualche sera cosi. Naturalmente devo avere sia tempo che voglia, perché si tratta di cucinare per quindici persone una cena che va dall’antipasto al dolce: non è uno scherzo. Oltretutto faccio davvero tutto io, dalla spesa in poi, perché questo è il mio divertimento. E pure il mio palcoscenico, quando non ho il mio palcoscenico.
Sei stato fidanzato con Alessandra per anni e poi, finalmente, l’hai sposata: confermi o confuti la teoria secondo cui il matrimonio è la tomba dell’amore?
Con Alessandra già convivevamo prima di sposarci, pertanto un atto formale con cambia le cose. Tutto va a gonfie vele e comunque io mi accorgo di essere sposato solo perché ho la fede al dito: tuttora ci viene difficile addirittura parlare di noi come “mia moglie” e “mio marito”. Non credo in sostanza che il matrimonio sia la tomba dell’amore, l’importante è che sia il matrimonio giusto e nel mio caso sembra proprio cosi.
Un tuo momento OFF, se vuoi parlando di Andrea, compagno di mille avventure.
La Cena dei Cretini è uno spettacolo che misi in scena con Andrea nel 2010 e facemmo più di trecento repliche: la sua presenza, soprattutto in questo periodo, la sento tantissimo e riportarla in teatro con un’altra persona mi metteva un po’ di ansia per i possibili confronti con la versione di Zuzzurro e Gaspare. Tutti i miei dubbi per fortuna si sono dissolti: oggi lavoro con Max Pisu e il pubblico continua a partecipare sghignazzando ogni dieci secondi regalandoci quell’applauso che per noi comici rappresenta la benzina per andare avanti. Lo ringrazio, così come ringrazio Weber per aver scritto questa commedia. E ringrazio Andrea, che rappresenta un pezzo della mia vita che non si potrà mai cancellare.
Alla fine dell’intervista Nino vuole aggiungere un aneddoto. Eccolo qua.
Dovete sapere che Andrea in certi punti della commedia improvvisava e io lo seguivo: molte di queste improvvisazioni le ho tenute e le ho inserite nel testo che recito con Max, che è riuscito a entrare perfettamente nel ruolo di Pignon, una persona candida che crea dei casini inimmaginabili. Per fortuna non esagera come faceva Andrea durante l’ultima replica nel pezzo dell’agendina, che chi verrà in teatro vedrà, facendolo durare mezz’ora, così da fare imbufalire i tecnici che volavano finire presto per poter smontare la scena.