Edoardo Purgatori: “Al cinema ho incontrato La dea fortuna”

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Edoardo Purgatori Official Instagram

on si aspettava di essere intervistato Edoardo Purgatori durante la festa romana della collecting Artisti 7607 al live club Alcazar nel cuore di Trastevere. Sognatore, più bello che dannato, l’attore racconta la sua giovane carriera tra palcoscenico e cinepresa, fino alla collaborazione sul grande schermo con Ferzan Ozpetek nell’ultimo film La dea fortuna, nelle sale dallo scorso 19 dicembre, dove interpreta il ruolo di Marco, un ragazzo che ha appena detto di sì al suo compagno. Sposato da più di un anno (dopo 12 di fidanzamento) con l’odontoiatra Livia Belelli, Purgatori parla di diritti civili, di affido e adozione, della sua passione per il teatro. E di quel personaggio che apre la scena corale catturata dal regista turco in un’opera cinematografica giocata sugli sguardi e sulle risposte complici sussurrate con gli occhi che appartengono alle storie di tutti. Al di là dell’orientamento sessuale.

Qual è il tuo ruolo ne La dea fortuna?

Interpreto un ragazzo gay che si sposa all’inizio del film e festeggia a casa dei due protagonisti, Stefano Accorsi ed Edoardo Leo, che sono amici storici della coppia. Il mio personaggio e il suo compagno, sullo schermo Daniele Foresi, hanno deciso di fare il grande passo che invece Arturo (Accorsi) e Alessandro (Leo) non hanno ancora compiuto nonostante stiano insieme da molto tempo. E questo metterà anche un po’ di zizzania nella storia, fino alla crisi generale affrontata nella pellicola.

È difficile per un uomo eterosessuale calarsi nei panni di un omosessuale?

Non ho avuto alcun problema. Secondo me la bellezza dei film di Ozpetek, così come se si guarda ad esempio I segreti di Brokeback Mountain, sta nel fatto che al centro della narrazione, con attori etero, c’è sempre l’essere umano, a prescindere dal suo orientamento sessuale. Poi, se ci si bacia con un uomo o con una donna poco importa. Ferzan è il primo a non ricercare lo stereotipo, come nella trasposizione teatrale di Mine vaganti, su cui stiamo lavorando. Si tratta in primo luogo di persone che, ad un certo punto, decidono di vivere liberamente la loro natura.

Invece, c’è chi pensa che Ozpetek nell’ultimo film sugli stereotipi ci marci un po’. Dal tradimento in poi…

I tradimenti fanno parte della normale vita di una coppia purtroppo, sia essa etero o gay. Se due persone che vivono una relazione da anni sono in crisi, c’è anche questo lato da prendere in considerazione. Ma gli spunti di riflessione arrivano con il riavvicinamento dei due protagonisti. Non credo quindi che sia un racconto stereotipato ed esagerato.

Con il regista sarai a teatro per l’adattamento del suo film Mine vaganti.

È la sua prima regia teatrale. Uno spettacolo prodotto da Nuovo Teatro di Marco Balsamo. Partiremo da Caserta il prossimo 17 gennaio e saremo in tournée in Puglia, poi toccheremo la Capitale all’Ambra Jovinelli, Verona, Mestre e finiremo alla Pergola di Firenze.

Sognatore, più bello che dannato, l’attore racconta la sua giovane carriera tra palcoscenico e cinepresa, fino “La dea fortuna” di Ozpetek
Edoardo Purgatori Official Instagram-Ph. Ruth Crafer

Diritti civili per tutti?

I diritti devono essere uguali per tutti a prescindere dalla propria sessualità.

In Italia a che punto siamo?

Sono anche mezzo tedesco e in Germania il tema dei diritti civili è stato affrontato, risolto e superato. In Italia con lo Stato Pontificio, la  Chiesa, c’è una maggiore pressione sul concetto di famiglia intesa come coppia eterosessuale. Ma sono dell’idea che se due persone si amano devono avere il diritto di sposarsi e di avere dei figli se lo desiderano. Perché ci sono tanti bambini che hanno bisogno di persone capaci di amarli.

Sei sposato…

Sì, dopo 12 di fidanzamento da oltre un anno sono sposato con Livia, che nella vita è una dentista. Grazie a Dio!

Figli in cantiere?

Non lo so ancora, vedremo.

Adozione e affido. Temi di grande attualità per il nostro Paese.

Penso che sia lecito. Nulla contro, anzi, se dei bimbi vengono affidati ad una coppia, omo o etero che sia. Non esiste genitore A e genitore B. Ho rivisto di recente Milk di Gus Van Sant, che parla del primo politico omosessuale dichiarato in America, e lui stesso porta avanti in prima persona la sua battaglia. Nel film gli insegnanti omosessuali dovevano essere allontanati dalle scuole perché traviavano i bambini. Una follia a mio avviso. Sono pro affido e adozione.

Un episodio off  degli inizi della tua carriera?

Avevo 18 anni e lavoravo come cameriere in un ristorante di Roma,Settimio, per pagarmi le vacanze estive. Incontrai per caso un regista, Miloš Forman, che ritornò per tre sere di seguito e mi chiese “Vuoi fare l’attore?”, risposi “Sì, ma devo studiare!”. E lui mi disse “Bravo, studia e poi quando vieni negli Stati Uniti ne riparliamo”. Adesso non c’è più, c’è sua figlia. Agli inizi ho anche fatto la porta in una recita a 13 anni.

Il cinema d’autore, poco commerciale e detto di nicchia, ha molte difficoltà ad affermarsi.

È una storia vecchia come il cinema. Negli Usa la produzione cinematografica si basa sui remake o sui franchise dei supereroi perché c’è un business miliardario intorno al quale non si può fare a meno di investire. Quindi i rischi sono minimi e si punta su modelli che hanno dato grandi introiti economici in passato. Chi fa cinema di un certo tipo non trova una collocazione. Ma, forse, quest’anno ai Goden Globe e agli Oscar vedremo un film come Joker, che ha trovato una via di mezzo, ricordando ad esempio Taxi Driver e raccontando un antieroe. Marriage Story di Noah Baumbach, che è una pellicola d’autore, sta avendo un successo pazzesco insieme a Parasitediretto da  Bong Joon-ho. Alla fine la qualità, e in Italia anche grazie ad Amazon ed Apple TV è un momento positivo, premia ed emerge. C’è più spazio per i giovani, specialmente per chi ha una voce chiara e qualcosa da dire.

Un personaggio al quale sei affezionato e uno che ti piacerebbe interpretare?

Uno dei personaggi che mi è piaciuto di più è quello che ho portato in scena con Fuorigioco The Pass, e che mi ha fatto incontrare Ferzan Ozpetek. Interpretavo un calciatore gay. Oggi vorrei essere un Marcantonio o un Giulio Cesare. Sto entrando in un’età adulta, pure un padre di famiglia o un viaggiatore sognatore come Luca Marinelli in Martin Eden. Dipende sempre dalle possibilità di racconto che ci sono.

Anticipazioni sui tuoi progetti futuri cinematografici e teatrali?

Farò una parte nel nuovo film di Gabriele Mainetti Freaks Out, che dovrebbe uscire a febbraio-marzo, e riprenderò lo spettacolo Killologydi Gary Owen, con Stefano Santospago ed Emiliano Coltorti, che lo scorso anno è andato molto bene.